Forti di un esordio che ha sbalordito il panorama metal europeo e non, tranne ovviamente la madrepatria Inghilterra dove tra poco ormai anche la parola “metal” sarà bandita, gli Shadow Keep tornano sulle scene con un disco che segue le medesime coordinate del precedente “Corruption Within”, ovvero un classic metal potente e roccioso ma allo stesso tempo raffinato ed elegante, caratterizzato da soluzioni ed architetture sonore davvero ricercate. Inutile ricordare le influenze principali della band britannica che possono essere ricercate in formazioni quali Vicious Rumours, Crimson Glory ed i primissimi Queensryche, non solo musicalmente parlando ma anche a causa della voce del singer Rogue M., davvero tecnicamente elevata quanto altissima e potente come dimostrato ampiamente durante tutti i 50 minuti che compongono “A Chaos Theory”. L’opener “A Distant Paradox”, la seguente e frizzante "Seventeen" e l'intensa "A War of Principles" dimostrano l'abilità di una band più che compatta ed affiatata, retta dalle ritmiche affilate di Chris Allen e della signorina Nicki Robson. Sicuramente un album completo ed affascinante per il modo in cui riuscirà ad interessare sia la frangia di ascoltatori più legata al classic metal statunitense sia quella più sensibile alla classe ed alla tecnica che una formazione riesce ad infondere in un proprio album, magari leggermente meno "brioso" del debut in termini di pura velocità ed aggressività ma assolutamente non per questo ad esso inferiore. Da tenere particolarmente a mente da coloro che hanno fame di musica intelligente e ben suonata.
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