Prima fatica discografica autoprodotta sulla lunga distanza per i
MainStreet, una competente formazione milanese che fin dal titolo dichiara apertamente tutto il suo amore per gli anni ottanta e per il modo in cui a “quei” tempi s’intendeva il concetto di “hard rock”.
Fin qui nulla di sorprendente, sono ormai moltissime le band “nuove” a riferirsi più o meno esplicitamente a quel “glorioso” periodo, rischiando di finire per essere etichettate come sterili “imitatrici” di un corposo numero di numi tutelari piuttosto difficili da eguagliare o quantomeno emulare in una maniera efficace e non manieristica.
Ebbene, il quintetto meneghino riesce nell’impresa di risultare fresco e gradevole anche se la sua devozione è piena e rigorosa, soprattutto perché conosce bene l’arte della “scrittura”, consentendo alle sue composizioni di manifestarsi costantemente spontanee e ben congegnate anche all’interno di un canovaccio stilistico assolutamente codificato.
Le atmosfere e le strutture appaiono così parecchio familiari, ma non sconfinano mai nella fastidiosa citazione acritica, facendo in modo che le molte influenze presenti non superino il “confine” che intercorre tra l’omaggio ispirato e la riproduzione in “carta carbone”.
Aggiungete una notevole preparazione tecnica globale (molto incisive e sensibili le chitarre di Guarnieri e Segota, e alquanto bella e diretta, nella sua “concretezza” esente da virtuosismi, l’intonazione vocale di Claudia Anelli) ed otterrete dieci pezzi in perfetto equilibrio tra energia e melodia, vibranti e traenti, forgiati nella verve di refrain contagiosi, che entrano facilmente in “circolo”, come da “nobile” copione del genere.
Non mi spingerei a menzioni particolari, proprio per sottolineare il notevole livello medio di un programma di canzoni a cui, forse, per un salto di qualità risolutivo, manca solo un pizzico di superiore varietà.
“Back to the 80’s”, per di più registrato, prodotto e confezionato in maniera assai adeguata e professionale, è davvero un buon disco che mi sento di consigliare sia ai “nostalgici”, sia ai “novizi”, mentre ai MainStreet non posso che esprimere i miei complimenti per il loro lavoro, esortandoli a proseguire su questa strada, auspicando che li conduca ad ottenere quote di “visibilità” sempre maggiori. Intanto che attendo buone notizie da questo punto vista, confido di poterli valutare anche in qualche live show, altro importante banco di prova per un vero esponente del rock duro ottantiano.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?