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Mena Brinno (termine gotico arcaico che significa "febbre di luna") sono una band proveniente da Tampa (Florida).
La loro particolarità nell'avere in formazione Katy Decker, cantante lirica diplomata in ben due conservatori, alla quale si affianca il talentuoso chitarrista di origine polacca Marius Kozlowski.
"Wicked Polly" è il loro secondo album e prosegue sulla falsariga del debutto "Icy Muse", ovvero un power metal dalle tinte gotiche, con frequenti richiami al folk e ovviamente, con la bella e potente voce di Katy in evidenza. Le influenze della band sono evidenti e non solo a livello vocale, visto che i pesanti echi di Nightwish e Within Temptation sono riscontrabili in più o meno tutti i nove brani dell'album.
"Wicked Polly" si presenta come un disco elegante ma grintoso, in cui la poesia e la melodia si sposano ad una marcata aggressività in fase ritmica. Ed è proprio questo il maggior difetto di questo album: a volte, si ha come la sensazione che i Mena Brinno vogliano spingere per forza sull'acceleratore, con assoli di chitarra tecnici e fulminanti, riff rocciosi ed un uso a mio parere eccessivo della doppia cassa, che finisce per mettere in secondo piano i soavi spunti folcloristici dei brani. Esempio lampante è "Secrets Of War": lo splendido fraseggio che la apre, con chitarra acustica e flauto (purtroppo sintetizzato), viene subito sommerso da una mitragliata di doppia cassa che sinceramente farebbe miglior figura in un brano death metal. Aggiungiamo anche il suono fin troppo "finto" e artificiale della batteria e la frittata è fatta. Davvero un peccato, perché il gruppo e soprattutto il principale compositore, Kozlowski, dimostra di avere idee non particolarmente originali ma efficaci, che andrebbero secondo me valorizzate meglio, con arrangiamenti meno "opprimenti".
Quando i ritmi calano o si lascia più spazio alla melodia, ecco che le cose funzionano meglio, come nella title track e in "Katie Cruel", che rimane sempre piuttosto heavy ma è senz'altro uno degli episodi più godibili del disco.
Il brano di chiusura, "Wildwood Flower", è comunque molto interessante nella sua fusione di heavy metal, lirica e country, grazie a una bella linea vocale e ad un'atmosfera più leggera e scanzonata, che verso metà brano muta in una cavalcata speed metal di buona fattura. Peccato per il fintissimo banjo sintetizzato, qui la band avrebbe davvero dovuto utilizzare lo strumento vero, per ottenere un risultato decisamente migliore.
In sostanza, "Wicked Polly" è un album che può piacere ai fans dei primi Nightwish, vista la costante unione di musica classica e metal.
Se i Mena Brinno saranno capaci di stemperare il loro lato più aggressivo e magari di usare strumenti tradizionali reali, anzichè le tastiere, sono del parere che il prossimo album potrebbe risultare di gran lunga migliore. Per ora, obbiettivo parzialmente mancato.
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