Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:51 min.
Etichetta:Killer Pool Records

Tracklist

  1. A PLACE TO LIVE
  2. FAWU
  3. JUST ONE WORD
  4. A SPIRAL
  5. BODY OF A SOUL
  6. REBOUND OF A RUBBER HEAD
  7. THE FILTH
  8. ITER
  9. SEE THROUGH MY EYES
  10. KROP
  11. THE DEEPEST AREA
  12. RESTLESS
  13. DISINFECTION

Line up

  • Nicola Muzzioli: vocals, strings, samples
  • Simo Ascari: drums, samples
  • Oliver Pranzini: bass

Voto medio utenti

Immaginate una creatura sonora che mesce atmosfere dense, lente, piene di tensione in cui una forma moderna di “psichedelia” si contamina di lamenti d’estrazione blues, dilaniati riff grunge e squarci di retaggio punk/hardcore, aggiungete leggeri ed oscuri battiti elettronici, pulsazioni estese ed enfatiche pregne d’estetica noir e poi stemperate il tutto con qualche vaga spigliatezza “commerciale” ad alleggerire a tratti il tormentato paesaggio musicale conseguito: otterrete qualcosa di molto simile a ciò che scaturisce dai solchi digitali di questo “Sìntoma”.
Nel caso in cui questa descrizione non sia stata esauriente, passerò ad una soluzione maggiormente “pragmatica”, affermando che la musica dei modenesi Abletobe si presenta al cospetto del mio apparato cardio-cerebro-uditivo come un mix piuttosto riuscito di Tool, A Perfect Circle, Nine Inch Nails, Smashing Pumpkins e new-wave britannica, mescolati in dosi variabili a creare in un ibrido evocativo, ipnotico e onirico, dotato di sufficiente personalità da non infastidire troppo (e anzi verosimilmente conquistare) i sostenitori dei suddetti modelli ispirativi.
Il disco risulta, così, intenso nelle atmosfere e addirittura quasi “mistico” nelle strutture armoniche che alternano esplosioni catartiche e intransigenti a dilatazioni che sanno di solitudine, deserti e infinito, cucite da un filo di malinconia elettro-industrial-pop tanto avveduta quanto efficace nella sua opera di collante e catalizzatore all’interno di tredici momenti di notevole suggestione emotiva e di forte partecipazione mentale.
Un pizzico d’autoindulgenza e d’invariabilità nelle architetture compositive non consente agli Abletobe di centrare il “bersaglio pieno” di un’ammirazione incondizionata, ma la qualità complessiva di un lavoro che manifesta la capacità di “riciclare” (in tempi in cui “l’eco-compatibilità” è di grande attualità …) con plausibile temperamento e libertà espressiva, garantisce loro la qualifica d’importante realtà emergente del panorama alternativo internazionale.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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