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Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:78 min.
Etichetta:Nail Records

Tracklist

  1. MOONCHILD
  2. WASTED YEARS
  3. DEJA-VU
  4. SEVENTH SON OF A SEVENTH SON
  5. REVELATIONS
  6. SUN AND STEEL
  7. BACK IN THE VILLAGE
  8. RIME OF THE ANCIENT MARINER
  9. INFINITE DREAMS
  10. SEA OF MADNESS
  11. RUN TO THE HILLS
  12. ALEXANDER THE GREAT

Line up

  • Zoltan Kiss: vocals
  • Zoltan "Tofi" Cserfalvni: guitars
  • Mihaly Beviz: guitars
  • Bela Boros: bass
  • Gabor Krecsmarik: drums
  • Aron Hidvegi: keyboards

Voto medio utenti

Mi trovo nuovamente di fronte a questa giuria per perorare la causa degli Iron Maidnem, ingiustamente accusati di essere una mera copia degli Iron Maiden.

Innanzitutto non sono stati prodotti in Cina, si tratta, infatti, di una formazione ungherese, e sopratutto sono semplicemente dei fans che tributano i loro miti e, nell'occasione, anche se stessi, dato che festeggiano il loro decimo anno d'attività come tribute band della storica formazione inglese.
Ecco quale è la genesi di "10 Wasted Years", dove gli Iron Maidnem riprendono una dozzina di canzoni, evitando quelle più scontate, anche se non mancano alcuni classici ("Revelation", "Run to the Hills", "Rime of the Ancient Mariner" o Wasted Years), inserendo pezzi minori come "Deja-Vu", "Sun and Steel" o "Back in the Village" ed andando a dare fiducia a brani come "Infine Dream", "Sea of Madness" o "Alexander the Great" che con gli "originali" non hanno mai avuto grandi spazi e fortune.
E' "Moonchild" a dare il via, certo la voce (Zoltan Kiss è comunque autore di una buona prestazione) non è quella di Bruce Dickinson ed il basso, sempre ben in evidenza, non spinge come quello di Steve Harris, ma nel complesso gli Iron Maidnem fanno un bel lavoro, reinterpretando fedelmente e con perizia questi dodici pezzi (ma nel loro repertorio ne hanno diversi altri), tutti incentrati sul periodo che intercorre da "The Number of the Beast" a "Seventh Son of a Seventh Son".
"Revelation" è al solito stupenda ed anche qui fa un figurone, ed è poi un piacere riscoprire episodi trascurati (dai Maiden ma anche dal sottoscritto) come i già citati "Deja-Vu" e "Sun and Steel", mentre "Back in the Village" continua ad indispettirmi, anche in quest'occasione.
Gli ungheresi se la cavano pure alle prese di composizioni tutt'altro che semplici e banali come "Rime of the Ancient Mariner" e la sottovalutata "Alexander the Great", grande cavalcata epica, una delle più affascinanti tra tutte quelle realizzate dai Maiden.
Impressionante, infine, anche il lavoro svolto per la parte grafica, con l'artwork ed il booklet che prendono spunto dall'immaginario maideniano, con un'ottima resa finale.

Non sono originali?
Ma, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, quale metal band lo è?
Denny Crane
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 giu 2009 alle 23:21

Ma Back In The Village è la canzone peggiore che abbiano mai fatto gli Iron! Manco se la ricorderanno (Steve starà tentando di rimuoverla). In compenso c'è Sun And Steel che è da sempre la mia preferita della vergine di ferro.

Inserito il 03 giu 2009 alle 21:55

ma ke cagata~~~

Inserito il 03 giu 2009 alle 14:43

ma con tutte le raccolte dei maiden che ci sono... che senso ha per una tribute band registrare un album di cover???

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