I veneti
Maya Mountains esordiscono con un album nel quale intrecciano componenti heavy rock, stoner e psichedeliche. Il trio si tiene lontano dalle debordanti fughe spaziali o dai solismi jammistici, puntando invece su una formula compatta, diretta ed energica. Temi rocciosi ed aggressivi che si risolvono in pochi minuti, quanto basta per confezionare una serie di buoni episodi sul filo di chitarre torbide, ritmiche di spessore e linee vocali psicotiche ed alienate.
Molti brani riescono ad essere massicci e stordenti al tempo stesso, dosando impatto potente e schizzi di acidità, vedi “Cosmic comic”, “Fire entrance” o la poderosa “Hope”. Ma il gruppo appare ugualmente efficace quando usa toni più fumosi e narcotici nella lenta ed ipnotica “Spring”, nell’insinuante ed ironica “My tv, my sofa, my food” e nel lungo finale psych-rock di “74”. Tutti colpi a segno, per una band dal carattere autonomo e particolare, dove affiora appena qualche reminiscenza di Kyuss, Monster Magnet e Fu Manchu. Forse manca ancora un pizzico di coraggio strumentale, magari un maggior brivido solistico a completare lo stile, ma come debutto è certamente notevole ed interessante, per giunta abbellito da un artwork colorito e freak-settantiano.
Aggiungiamo quindi i Maya Mountains tra le rivelazioni del panorama heavy/stoner del nostro paese, ritenendoli già sulla buona strada per ben figurare anche oltre confine.
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