Una copertina disegnata suppongo a mano con dei pastelli, un'atmosfera vagamente horror, e in fine un titolo che non lascia scampo ad errori di interpretazione,
The House Of Funerary Hymns. In questo modo si ripresentano al mondo gli Spagnoli
Empty, band devota al più classico Black Metal che arriva al terzo disco con una buona dose di maturità. La loro concezione del Metallo Nero è di quelle più scolastiche che possiate trovare in giro, frutto dei soliti quattro riffs taglienti e minimali, smorzati ogni tanto da rallentamenti che dovrebbero andare a sottolineare i momenti più “orrorifici” del concept, anzi lo fanno, con mestiere e senza stupire. La definizione migliore è quella di mestieranti, che però non deve essere presa letteralmente come un qualcosa di negativo, va intesa come un qualcosa si routine, e questi Empty sono un po' come degli impiegati che timbrano il cartellino, portando avanti il lavoro di tanti altri loro colleghi che nulla tolgono e nulla aggiungono al Black Metal. Al di la di qualche spunto maggiormente interessante, come per The Sense Of No Being e la conclusiva The Gates Of Eden Are Too Narrow non c'è molto altro da dire, se non quello che è stato scritto e detto per centinaia di altri album simili. Manca l'inventiva, lo spunto vincente che fa elevare un prodotto sopra la concorrenza, anche se questo non toglie che gli Empty sappiano il fatto loro, e faranno sicuramente la felicità di chi è devoto a queste sonorità. Quello che gli si contesta è un immobilità stilistica che a lungo andare potrebbe nuocergli, sono già al terzo disco. A voi l'ultima parola, disco formale e nulla più.
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