Perché illudermi... perché approfittare della mia buona fede!! TU sai chi sei, ma non capisco il perché del tuo agire!!
Frasi che hai lasciato trasportare dal vento come: "
...Se vi è piaciuto il primo disco dei Rhapsody non potete assolutamente farvi sfuggire questo gioiello di puro epic fantasy power gay enthroned in the magic forest of mighty light and sympathy power metal!!! Assolutamente FAN-TA-STI-CO..." le ricordi vero?!?! Mille
Graz...ie!!
Capisco la devozione per un gruppo, in questo caso dei
Fairyland nei confronti dei Rhapsody, ma qui si esagera davvero. Inoltre mi ero lasciato allettare anche dalla presenza alle lead vocals di Elisa, che ho apprezzato nei Dark Moor (ma solo da "The Hall Of The Olden Dreams" in poi) eppure, messo nel lettore, non ho potuto che vedere crollare molte delle mie aspettative. Su "Doryan The Enlighted" il delitto è servito: ecco rispolverato uno dei brani migliori di "Legendary Tales" ed Elisa che ricalca pari pari le linee vocali di Fabio Lione. Ma fosse solo un caso!!
Nel tentativo di cercare un approccio più serioso a "Of Wars In Osyrhia", butto un'occhiata alla biografia e scopro che il primo nome del gruppo era Fantasy cambiato dapprima in Fantasia e quindi nell'attuale Fairyland: beh... niente da fare, ho fallito nel mio tentativo.
Basta idiozie. In realtà i francesi, formati da Willdric Lievin e Philippe Giordana, ai quali si sono uniti prima l'ex Heavenly Anthony Parker ed infine la cantante spagnola, hanno realizzato un debutto che non sarebbe nemmeno male, ed infatti la mancanza di originalità non mi ha mai turbato troppo. Tuttavia le forti aspettative hanno forse contribuito ad un approccio più critico del solito, ed in ogni caso non scherzavo quando affermavo che le influenze dei primi Rhapsody erano marcatissime. Pochi i casi che sfuggono a questa situazione. Le tastiere hanno un ruolo di primo piano, vengono poi le orchestrazioni, i grandi cori e melodie, il tutto completato da una buona prestazione dei singoli e da un'ottima resa sonora. "The Story Teller" e "Rebirth" mostrano qualche cosa di diverso, grazie sopratutto alle interpretazioni di Elisa, che richiamano ovviamente le sue prestazioni nei Dark Moor (ed anche per gli spagnoli l'influenza dei Rhapsody è innegabile) e che confermano la sua bravura.
Chi segue con passione queste sonorità troverà un'ora abbondante di suo gradimento, d'altra parte i detrattori del genere potranno sfogare la loro eventuale rabbia repressa. Io mi piazzo nel mezzo.