Ruthless - Metal Without Mercy (Reissue)

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:36 min.
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. GATES OF HELL
  2. METAL WITHOUT MERCY
  3. BURY THE AXE
  4. THE FEVER
  5. MASS KILLER
  6. WHITE DEATH (BONUS TRACK)
  7. THE WINDS OF WAR (BONUS TRACK)

Line up

  • Sami De John: vocals
  • Ken McGee: guitars
  • Rollen Legman: guitars
  • Jack Black: bass
  • Todd Billings: drums

Voto medio utenti

… mea culpa,
mea culpa,
mea maxima culpa…


Non so come sia successo, eppure all'epoca i Ruthless sfuggirono alla mia attenzione, sia con il loro MLP d'esordio "Metal Without Mercy" del 1984 (prodotto da Bill Metoyer), sia con il successivo LP "Discipline of Steel" (uscito nel 1986... e qui ricordo benissimo che ai tempi servivo la Patria!).
Ad ogni modo grazie alla My Graveyard, ora posso colmare, almeno parzialmente, questa lacuna. Infatti, approfittando del recente ritorno sulle scene di questa formazione statunitense con una nuova line-up (dove ritroviamo l'ex Dark Angel Jim Durkin), ecco che esce la ristampa di "Metal Without Mercy", per l'occasione arricchita di un paio di inediti.
L'opener "Gates of Hell" è un clamoroso esempio di US Power Speed Metal, e se con "Metal Without Mercy" il chitarrismo si fa spiccatamente maideniano, il risultato non cambia poi di molto. La voce di Sami De John è grezza (talvolta quasi isterica) ma calda e potente, è ben si adatta anche ad un mid-tempo ritmato e rutilante come "Bury the Axe". Dopo le prime tre canzoni, la prima impressione è che i Ruthless avessero un gran potenziale, la seconda è che, sebbene un po' meno veloci ed epici, ricordino non poco i primi Omen. Manco a dirlo ed ecco che i nostri tornano a correre con la saxoniana "The Fever", marchiata a fuoco dalla coppia Ken McGee/Rollen Legman, mentre l'anthemica "Mass Killer", interpretata alla grande tanto da Sami De John quanto dai due chitarristi appena citati, si segnala come il brano più rappresentativo del MLP originale. Sugli stessi standard qualitativi si collocano poi le bonus tracks, due inediti risalenti al 1988, la drammatica ed oscura "White Death", tra Cloven Hoof ed Omen, e la più epica ed eroica "The Winds of War".

Metal Without Mercy: ora come allora!

I sensi di colpa mi assalgono... spero di poterli cancellare definitivamente di fronte all'eventuale ristampa di "Discipline of Steel".
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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