Sulla scia della gloriosa saga Phenomena (ma rimanendo in Italia, l’operazione potrebbe ricordare, ad esempio, anche il lavoro del singer romano Chris Catena o i Moonstone Project di Matt Filippini), nasce quest’ambizioso progetto solista del tastierista triestino
Alex Falcone, noto per la sua militanza in Holy Grail, Arthur Falcone’s Stargazer, Wind e Heaven’s Touch.
Radunare così tanti mostri sacri del rockrama internazionale, anche nei nostri tempi “agevolati” dalla tecnologia (è verosimile immaginare che per i fratelli Galley negli eighties le difficoltà furono sicuramente superiori!), suscita sempre un grande fascino negli appassionati di hard-rock classico e melodico, per i quali i nomi di James Christian (House Of Lords), Doogie White (Rainbow, Malmsteen, Empire, Cornerstone), Kee Marcello (Europe, K2, Easy Action) e Dave White (J. Lawton Band) rappresentano istintivamente una fenomenale fonte d’attrazione, oltre che una “garanzia” di cognizione professionale, plausibilmente commutabile in relativa soddisfazione uditiva.
Ebbene, mi sento di confermare alla prova dei fatti queste impressioni impulsive, innanzi tutto perché le canzoni, naturalmente alimentate da un’ispirazione raffinata, potente e “tradizionale” (proprio quella suggerita, del resto, dalle specialità delle celebrità coinvolte), sono piacevoli e ben congegnate e poi perché gli altri strumentisti, “leggermente” meno noti ma non per questo ridotti a semplici comparse, sono assolutamente degni di un così impegnativo accostamento.
Meritato plauso, dunque, a tutti indistintamente, con in testa Luca Gasparini, capace di reggere con buona disinvoltura il confronto con le grandi corde vocali presenti, seguito da Stefano Caucich “Mr. Rock” (ex W.I.N.D.), Walter Pod (Madsword) e Stefano Simoni (Foxy Lady, Notturna, Sin’s Here), davvero produttivi con i rispettivi “arnesi del mestiere”.
Completiamo gli elogi, debitamente commentando l’operato del titolare del progetto: Alex Falcone è un musicista sensibile, colto e preparato, maggiormente interessato all’efficacia dell’insieme artistico, piuttosto che all’ostentazione di proprie (e altrui) esibizioni virtuosistiche. La sua passione per certi suoni appare autentica e i mezzi tecnici per tramutarla in note non gli mancano affatto, ma, e qui arriva il primo piccolo appunto che muovo ad “AphasiA”, ritengo il suo stile compositivo talvolta lievemente esile dal punto di vista dell’amalgama e dell’emotività, svelando connotati non sempre capaci di mantenere costantemente elevato il tenore d’intensità, “profondità” e persuasione indispensabili ad una prestazione completamente inoppugnabile, per la quale, oltre a tutto, sarebbe necessaria pure una produzione più consistente, energica e calorosa.
Ciò non vieta soprattutto a “Racin’ with the spirits” e “Angle blue” (intrigante crocevia Heep/Rainbow, con Doogie White a dirigere da par suo il “traffico”), “Sail away” (saettante assolo di Marcello, in un brano elegante e anthemico), “Ridin’ on” e “Why” (aristocrazia sonica condotta dall’ugola di James Christian, con un bell’intervento di sax contralto nella seconda traccia, offerto da James Thompson, già collaboratore di Joe Cocker, The Platters, Zucchero, …) e “Screamin’ for you” (una delle tracce più riuscite del disco, ripescata dal repertorio degli Heaven’s Touch), di presentarsi come buonissimi esempi di rock duro dotati in ogni caso di “corpo e anima”, e tuttavia, anche aggiungendo nel computo totale la felice rilettura di “Alexander Graham Bell” degli Sweet, le pur piuttosto contenute flessioni di tensione e una resa sonora perfettibile e priva di carica esplosiva, impediscono all’albo di proiettarsi con decisione al “top” delle produzioni discografiche di settore, solamente sfiorato e non ancora centrato appieno.
P.S. il Cd è reperibile nei negozi del nord est Italia e si può acquistare on-line su www.rockroyce.com, www.cdbaby.com, www.hitman-metal.com e www.targetrecords.de.
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