Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ONE IN A MILLION
  2. PAY BACK TIME
  3. TEENAGE DEADHEAD
  4. BIG WORLD, LITTLE MAN
  5. YOU
  6. PERFECT SINGULARITY
  7. WHEREVER YOU GO
  8. DID YOU EVER LOVE ME
  9. COMIN' HOME
  10. BACK IN THE LIGHT

Line up

  • Tony Martin: vocals
  • Rolf Munkes: guitars
  • Neil Murray: bass
  • Gerald Kloos: drums
  • Don Airey: keyboards
  • Anders Johansson: drums (guest on track 3, 7)

Voto medio utenti

Gli Empire, il "super gruppo" fondato dal chitarrista Rolf Munkes, giungono con "Trading Souls" al proprio secondo album, dopo aver esordito con "Hypnotica" agli inizi del 2002. Nel frattempo, nella band è entrato l'ottimo Tony Martin, uno dei migliori cantanti hard rock degli ultimi vent'anni, che ha sostituito il vocalist originario Lance King. Gli altri musicisti rimangono quelli eccellenti del primo album, ossia Don Airey, Neil Murray e Gerald Kloos, oltre ad Anders Johansson, che ha suoanto la batteria su due canzoni. Una tale lista di stelle potrebbe far pensare ad un disco eccezionale, ma in tutta sincerità ci troviamo di fronte ad un lavoro sicuramente di buona fattura, ma tutt'altro che straordinario. Gli Empire, come d'altronde sul loro disco precedente, propongono infatti un hard rock melodico molto ben strutturato, ma fin troppo classico e prevedibile: le dieci nuove canzoni mettono in mostra una preparazione tecnica di tutto rispetto, come è lecito attendersi da una formazione di tale livello, però mancano di spunti veramente vincenti, che possano innalzarle oltre un livello tutto sommato medio. Inoltre l'album godrebbe di una buona produzione, se non fosse per il suono eccessivamente "plasticoso" e quasi sintetico della batteria, che a lungo andare rovina un sound altrimenti ottimo. Fra i brani che ne sono alcuni degni di nota, come ad esempio la veloce e coinvolgente "Big World, Little Man", non priva di riferimenti a certe cose dei Deep Purple. Da citare anche la ballata di turno, "Did You Ever Love Me", che alla fine risulta meno scontata di quanto si potrebbe pensare, e la rocciosa "Comin' Home", uno dei brani più heavy del disco, dominato dalla voce di Martin. Per il resto, abbiamo una manciata di brani gradevoli e ben suonati, ma nulla più. In fondo è un peccato, perchè dei musicisti del calibro degli Empire potrebbero realizzare dischi senza dubbio più interessanti di "Trading Souls"; invece, ancora una volta ci troviamo ad ascoltare "solo" un discreto e piacevole album hard rock...
Recensione a cura di Michele 'Freeagle' Marando

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