Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2009
Durata:40 min.
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. BLOOD AND DUST
  2. POINT OF LIGHT
  3. NEW ERA OF SHADOWS
  4. THE WAY OF THE WARRIOR
  5. ECHOES IN THE SHADES
  6. WHAT THE HELL IS GOIN' ON
  7. LADY HAWK
  8. BREAK THE CHAINS
  9. DESPERATE CRY

Line up

  • Francesco Marras: guitars
  • Antonio Doro: bass
  • Efisio Pregio: drums
  • Daniele Ledda: vocals

Voto medio utenti

Con il calare del sole le ombre si allungano, fino a sfiorare il terzo album degli Screaming Shadows, formazione sarda in attività già dal finire degli anni '90 e che nel tempo ha saputo dare concretezza e continuità al proprio Heavy Metal, ancora legato a sonorità classiche ma allo stesso tempo sempre aperto a soluzioni diverse. Le differenze si colgono invece a livello di formazione, con il cantante Luigi Usai, autore di un'ottima performance, sia su "Behind the Mask" (2003) sia su "In the Name of God" (2006), sostituito dal comunque valido Daniele Ledda. Un altro cambiamento importante è poi rappresentato dall'abbandono del chitarrista Andrea Giribaldi, mentre passa in maniera tutto sommato indolore l'ingresso del nuovo batterista, Efisio Pregio.
Tutti i dubbi vengono comunque ben presto spazzati via dall'opener "Blood and Dust", un roccioso episodio tra NWOBHM, allo stesso tempo incattivito e sfaccettato dai cambi di tempo e diverse soluzioni, come ad esempio il lungo assolo piazzato sul finire del pezzo.
"Point of Light" si apre quasi epica per trasformarsi ben presto in una cavalcata, e se risulta affrontata con la giusta grinta, non convince del tutto a livello di refrain, invero stucchevole. E' evidente come sia sempre la chitarra di Francesco Marras, peraltro il principale compositore degli Screaming Shadows, a caratterizzare le varie canzoni, tanto la rallentata "New Era of Shadows" quanto la cattiva "The Way of the Warrior", ma si fa sentire anche negli arpeggi di "What the Hell is Goin' On" (con echi dei Queensryche qua e là) o nello spingere le più vivaci "Lady Hawk", "Break the Chains" (vicina al primo Dickinson solista) e la conclusiva "Desperate Cry", episodio che rimanda ai bei tempi della NWOBHM.
Il precedente "In the Name of God" mi aveva convinto maggiormente, sembra che dopo gli assestamenti a livello di formazione gli Screaming Shadows debbano rimettere a fuoco qualche dettaglio, lavorare ancora sull'inserimento di Daniele Ledda, e sopratutto lasciar scorrere meglio le canzoni.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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