I russi
Art Nova, formatisi a Mosca nel 2000, giungono con questo “
Follow Yourself” al secondo disco, dopo “
The Art Of Nova” del 2005.
Il disco si presenta ricco di contenuti e spunti interessanti, in quanto la band mischia diverse influenze con un’attitudine propriamente progressiva, giocando talvolta a stupire con pezzi decisamente duri e dalle ritmiche modern metal, come ad esempio nel caso di “
Would My Soul…” o “
My Essence”.
In generale la band tende a non strafare, pur avendone le capacità, e questo è un gran bene.
I pezzi sono ben strutturati, mai prolissi, non perdono di vista l’impatto e non ci sono esibizionismi esagerati di chitarre o tastiere. A questo bisogna aggiungere un cantante sicuramente versatile, sebbene non con una voce memorabile.
Difficile trovare punti di riferimento che non siano i soliti, la stessa band si diverte a citare nomi quali
Opeth,
Amorphis,
A Perfect Circle e
Paradise Lost, forse in maniera un po’ troppo pretenziosa. Anche perché il flavour modernista delle canzoni fa perdere un po’ di classicità alle composizioni e quindi è difficile trovare una chiave di volta unica.
In definitiva possiamo definire questo disco come un ottimo esempio di crossover totale a 360°, suonato con passione e convinzione e alcuna paura di osare.
In futuro si auspica una maggiore dose di personalità, non tanto a livello compositivo, ma intesa come capacità di intraprendere una direzione più decisa.
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