È un onore recensire il settimo lavoro dei Loretta’s Doll, band assente dalle scene da oramai quattro anni (ma oramai passata a culto molto tempo prima) ed è ancora meglio notare come questo lungo silenzio non sia andato ad intaccare la classe del combo di Dall e soci. Fedeli a loro stessi, al loro sound, questo combo partorisce una piccola inestimabile gemma, in grado di raccontare di profumi esoterici, di visualizzare dimenticati percorsi che portano ai segreti di lontane terre, sfuocate dall’uggiosa nebbia e ridipinte in colori argentei. Musica per respirare, ma anche per sfamare le ossessioni, per mistificare l’ignoto. Rune tetre, movenze tribali, trance spirituale…su questo platter ognuno può compiere il proprio viaggio, ognuno può scegliere la propria destinazione. Tessiture elettroniche, matrici organiche e sintetiche, sperimentalismo che rasenta il minimale, richiami gotici, intense atmosfere Dark, ampie vedute Ambient, tutto perfettamente arrangiato per avvolgere l’ascoltatore in una tela di infinita bellezza, tutto perfettamente calibrato per toccare le corde più intime dell’animo. Bryin Dall, dall’alto della sua visione mistica ed astratta, irrompe di quando in quando con soffici innesti vocali, ora più drammatici, ora più distaccati, utilizzando per tale operazione anche alcune spoken words dell’immenso Orson Welles (‘Song Of Solomon’) e di Mr. Genesis P-Orrige (nella più eterea ‘The Disconnected’). Ascoltate questo platter e rilassatevi, magari partendo dalla conclusiva, romantica, bellissima ed intensa ‘Crawling Over The Face Of The Moon’, ne rimarrete affascinati. Bentornati Loretta’s Doll: artisti per pochi.
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