Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2009
Durata:54 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:GerMusica Promotion

Tracklist

  1. FAR
  2. WHAT YOU CHOOSE TO CALL HELL (I CALL HOME)
  3. DEAFENING HYPOCRISY
  4. REBUILD THE RUINS
  5. DELIRIUM
  6. DEMON OPERA
  7. ACROSS THE SEA OF SOULS
  8. DESPERATE MAN
  9. IVORY TOWERS
  10. EVIL GENIUS
  11. RIDE ME
  12. MAN ON THE SILVER MOUNTAIN

Line up

  • Ronny Munroe: Vocals
  • Rick Van Zant: Guitars
  • Michael Wilton: Guitars
  • Randy Cooper: Guitars
  • Izzy Rehaume: Bass
  • Johnny Ringo: Drums

Voto medio utenti

Quando sei il cantante di una band come i Metal Church, stare fermo per lunghi periodi deve costarti fatica, molta fatica. È proprio il caso di Ronny Munroe, che non ha la benché minima intenzione di stare ad aspettare che succeda qualcosa, e si prende sulle spalle l’onere e l’onore di portare avanti la legacy che da anni lo unisce ad orde di adoranti fans metallosi.
Il prodotto della penna del lungo crinito singer è proprio questo “The Fire Within”, prodotto discografico che poco o nulla si discosta dalle coordinate sonore degli stessi Metal Church, e che sembra proprio essere la miscela sonora che più si confà alle corde vocali di Ronnie.
La band di supporto è valida e potentissima; tra gli altri nomi, come non scorgere proprio quello di Rick Van Zant (Metal Church) e il signor “Queensryche” Michael Wilton? Il risultato, scontato, di una tale amalgama di musicisti, intenzioni e background musicale è un album Metal con la M maiuscola, in cui l’ugola potente e graffiante di Ronnie sa spaziare in lungo e in largo a cavallo di 12 composizioni che lo stesso singer si è ritagliato addosso, comode e calzanti come un guanto.

Ciliegina sulla torta, l’ultima traccia altro non è che la cover di un classico dei Rainbow, quella “Man on the Silver Mountain” che andrebbe insegnata a scuola sotto la voce "ABC del Metal", e che Ronnie interpreta con potenza, personalità, ma con il massimo rispetto per Dio (no, non è una professione di fede… ndr) e per il capolavoro in questione.

Il resto del cd presenta pezzi potenti, tirati su doppie casse ad elicottero (“Far”, “Delirium”), ed infarciti di riffoni grossi come una casa; reminiscenze dei primi Annihilator, dei Savatage più cattivi, si aggirano tra brani cazzuti, se mi si passa il francesismo, ed in cui tutto è ben bilanciato, aggressivo e potente, convincente e piacevole da ascoltare e ri-ascoltare.

Consigliato a tutti, in particolare a chi aspetta ancora la resurrezione (quella vera) dei Metal Church.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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