Anche se ben a 4 anni di distanza dal debutto "
Dreamland Manor", prosegue spedita la marcia dei
Savage Circus sebbene per strada sia andato perduto il loro fondatore e padre spirituale
Thomas Stauch che per non precisati problemi (ma con tante polemiche dietro...ci auguriamo che la malattia sia solo una facciata, ndr) ha abbandonato la creatura a cui lui stesso aveva dato la vita per intraprendere una direzione musicale vicina, per non dire identica, a quella perduta negli ultimi anni dai suoi ex compagni nei
Blind Guardian.
Il deus ex machina
Piet Sielck ha preso il ruolo di Thomas e non ha toccato assolutamente nulla dell'alchimia precedente, tanto che il nuovo lavoro "
Of Doom and Death" non si discosta nemmeno di un millimetro dal precedente lavoro e dal sound che ha reso celebri nei primissimi anni '90 la band di Hansi Kursch: power metal di estrazione ovviamente teutonica, nessuna concessione ad archi od altre sinfonie, tanta melodia e rocciosità ed ovviamente la voce clone di Hansi, quello
Jens Carlsson, voce dei
Persuader, sempre più convincente ed entusiasmante dietro al microfono. Completa la line up l'ascia dei Persuader
Emil Norberg, fratello peraltro del chitarrista dei
Nocturnal Rites, e l'onnipresente
Mike Terrana a sostituire Stauch alla batteria.
Ne esce fuori un lavoro stupendo, all'altezza del nome della band, dei suoi membri e del passato che si cerca di emulare così pedissequamente ma in maniera fantastica, confermando lo scopo di questa band, ovvero quello di proseguire i vecchi Blind Guardian ante
Nightfall on Middle Earth, rievocando le atmosfere di
Imaginations from the Other Side, le sfide della coppia
Olbrich/Siepen, le tematiche di
Somewhere Far Beyond, le melodie oscure di
Tales From the Twilight World: ci si entusiasma da subito con la titletrack opener che ci lancia indietro nel tempo di 15 anni (peraltro con una produzione identica spiccicata - e qui si sente la mano di Sielck - ai vecchi Blind) e ci si trova immediatamente sommersi da un mare di riffs vecchia scuola e dalla voce di Carlsson, davvero a suo agio sia nei suoi Persuader sia nei Savage Circus e sempre più frontman imprescindibile di entrambe le bands.
E via così, un capolavoro dietro l'altro, con le successive, quando oscure quando affilate rasoiate, "
The Ordeal", l'impressionante e malevola "
Devil's Spawn", ed ancora l'accoppiata "
Chasing the Rainbow" ed "
Empire", tutti brani con una media di 7 minuti di durata, ad eccezione della bella ed assolutamente non lagnosa ballad "
The Ballad of Susan" ed il conclusivo e breve outro "
Dreamland", anch'esso perfettamente contestualizzato.
Un uso dei cori assolutamente perfetto ed entusiasmante, accoppiato ad una produzione di livello eccelso, eseguita ovviamente da quel maestro di Piet Sielck, garantisce una soddisfazione assicurata al 100% per tutti gli estimatori già acquisiti dei Savage Circus ed ovviamente per chi, come il sottoscritto, rimpiange i veri Blind Guardian.
Senza dubbio uno dei lavori power più belli e riusciti degli ultimi anni che non dovrebbe essere mancato da ogni defender che si rispetti!