Con un bel po’ di ritardo giunge in redazione l’album di esordio dei
Nexxt (originariamente conosciuti come Next). Dopo aver pubblicato un paio di demo e tre EP autoprodotti, il combo di Foggia firma per la Hurricane Shiva e dà alle stampe, alla fine del 2007, questo “Addicted to sin”. Fin dalle prime note di “Angel of anger” si capisce che si ha a che fare con una band che sa il fatto suo. E non solo… quando ho iniziato ad ascoltare il cd mi è tornato il buon umore, dopo una serie di recensioni deprimenti, in quanto i Nexxt sono la dimostrazione lampante di come si possa mettere su un ottimo album senza dover per forza inventarsi improbabili miscugli di generi che lasciano il tempo che trovano. Partendo da una base thrash i nostri si muovono lungo un sentiero personale che rende ogni brano frizzante ed interessante da ascoltare. Niente partiture astruse, niente melodie stucchevoli, solo tanta rabbia e soprattutto tanto cervello. Già, è questa la parola che meglio delle altre può descrivere il lavoro svolto dai nostri: ogni singolo cambio di tempo, ogni melodia presente, ogni riff, risulta “pensato”, cerebrale, non messo lì a caso, e nonostante la presenza di partiture abbastanza intricate, non si ha mai un senso di asfissia durante l’ascolto. I Nexxt sono cerebrali, non cervellotici, queste sono doti innate che non tutti hanno, e i foggiani hanno dimostrato ampiamente di averne invece in abbondanza. E per dimostrare ulteriormente di non essere una band di pivellini, i nostri curano bene anche l’artwork del cd, i testi, a sfondo sociale, e la registrazione, credo volutamente “live”, in grado di valorizzare appieno le composizioni e di rendere giustizia al tempo stesso a tutti gli strumenti, senza penalizzarne nessuno come troppo spesso accade. È semplice dire che “Angel of anger” è uno dei brani migliori dell’album, forse proprio perché posta in apertura e quindi con il compito di colpire, ma vi assicuro che non è l’unico elemento di spicco del cd, basti ascoltare la più ragionata “Cries in the dust” o le dirompenti “Taste the flowers” e “Skeletons in the closet” per non restare delusi. Le influenze di un certo tipo di death ogni tanto saltano fuori, così come qualche passaggio può ricordare il compianto Chuck Schuldiner, ma vi assicuro che si tratta di elementi che arricchiscono il sound della band, e non di scopiazzature, come troppo spesso accade. Unico elemento che alcune volte cede leggermente è la voce di Cristian Tricarico, una sorta di Max Cavalera pugliese che però a volte si spinge un po’ troppo in là, quasi ai limiti del possibile per le sue corde vocali. Ma questo non inficia il risultato finale, “Addicted to sin” è un ottimo album, suonato da un’ottima band. Il messaggio è rivolto ai metal kids che si professano sostenitori della scena italica: supportate i Nexxt, perché meritano di avere la chance di fare il grande salto, a differenza di molti loro colleghi tutto fumo e niente arrosto. Qui di ciccia da mangiare ce n’è fin troppa…
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?