"Squadra che vince non si cambia" non pare essere il motto più adatto ai
Katatonia, che nel corso della loro carriera musicale hanno fatto dei mutamenti sonori la loro bandiera (ma senza mai essere delle banderuole). Dopo la splendida accoppiata "Viva Emptiness" - "The Great Cold Distance" praticamente chiunque avrebbe scommesso che Jonas Renkse e soci avrebbero proseguito su tali coordinate, come suggerito tra l'altro anche dal singolo apripista "Forsaken" che il gruppo ha già da tempo reso disponibile per il download. Tuttavia il pezzo, posto in apertura di questo
"Night Is The New Day", è piuttosto ingannevole e sostanzialmente è l'unico a richiamare il recente passato dei Katatonia: il nuovo lavoro infatti è probabilmente il più intimista, rarefatto, malinconicamente disperato di tutta la discografia degli svedesi. Non che i Katatonia siano mai stati degli allegroni, intendiamoci, ma scordatevi completamente le chitarre piene e potenti di "Viva Emptiness" e "Great Cold Distance" e preparatevi ad ascoltare brani soffusi, spesso arricchiti da inserti di tastiere che in qualche frangente ricordano i Depeche Mode più oscuri ("The Promise Of Deceit" su tutti), sui quali la solita voce sofferente di Jonas Renkse declama versi funesti.
Appurato quindi che il corso musicale dei Katatonia è mutato ancora una volta, rimane da spendere due parole sui brani: la sensazione è che, dopo una partenza buona con "Forsaken"-"The Longest Year"-"Idle Blood", la noia prenda il sopravvento ogni brano che passa. Pezzi trascinati, fiacchi, privi di ispirazione che nemmeno la voce depressa di Renkse riesce a tenere a galla. Vi confesserò che ho dovuto sforzarmi notevolmente per ascoltare tutto il disco di fila, visto che più volte non sono riuscito ad andare oltre la quinta traccia.
In sostanza, questo "Night Is The New Day" è un inatteso passo falso dei Katatonia che fino ad ora erano andati benissimo. Ciò non toglie che a qualcuno comunque piacerà (o se lo farà piacere? mah!), ma per quel che ci riguarda il riassunto di questo album è tutte in queste parole: DU PALLE!