I catanesi
Resonance Room, conosciuti fino al 2008 come
Fragment, giungono al debutto con il qui presente “
Unspoken”.
Il disco è un concentrato di maliconico gothic/doom metal, ricco di sfumature, anche progressive, e dove al momento opportuno non viene lesinato l’impatto.
La band è abile a crear atmosfere decadenti, uggiose, eppure melodiche, che si nutrono talvolta di un arpeggio acustico, talaltra di chitarre incisive che vanno in inesorabile progressione.
“
Escape” è fragile tristezza, sferzata da break ritmici quadrati, che pur tuttavia non rompono l’atmosfera della canzone, ricca di pathos. Lo stesso discorso può essere fatto per la successiva “
Far From Grace”.
La voce del singer
Alessandro Consoli è forse il punto più debole del platter, non particolarmente originale ed espressiva per tutta la durata del disco, anche se in alcuni frangenti, come nella conclusiva e struggente “
Unspoken”, è efficacissima.
In generale non può dirsi che la band sia eccessivamente originale, tuttavia il risultato è tutt’altro che disprezzabile, soprattutto quando la band non si intestardisce nel voler allungare le canzoni a dismisura, cerando di suonare a tutti i costi progressiva. Parlo ad esempio di “
Maybe You Are…”.
Molto meglio quando punta sulla melodia e sulle emozioni, come nel caso di “
Istants Of Madness” o “
Warmth Of Life”.
Se la band decidesse di puntare tutto sul gothic/doom, limitando le puntato in territori progressivi, sicuramente il sound se ne gioverebbe.
In definitiva questo “
Unspoken” è un disco veramente molto buono, che mostra una band dalle sicure capacità, pur con alcuni lievi difetti che, sono sicuro, la band metterà a posto già dalla prossima release.
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