La copertina del secondo disco degli irlandesi
For Ruin non è proprio il massimo, e nemmeno riesce nell'intento di fare inquadrare il genere proposto, ma tutto sommato non è necessariamente un problema, perchè a mettere in chiaro le cose ci pensa un Death Metal melodico con qualche tocco Black Metal nel riffing che rimanda alla Svezia senza tanti complimenti.
Last Light non è particolarmente innovativo, anzi non lo è per niente, però l'impegno profuso dal gruppo è notevole. Autoprodursi un disco odiernamente è diventata una faccenda facile e a poco prezzo, ma questo non implica il fatto che i risultati si raggiungano con altrettanta facilità, la qualità è innata e va saputa sfruttare. Partendo da una produzione molto asciutta e dal piglio live il gruppo fa sfoggio delle sue influenze che fanno riferimento ai Dark Tranquillity per quella vena malinconica e allo stesso tempo carica di energia, ma anche ad un Black Metal che non è poi così distante dai Dissection. Le canzoni sono un buon mix di potenza e armonia, e le migliori possono essere rintracciate in
Care Of The Dead e
Decline per il versante maggiormente Death Metal.
Solace e
Recoil per quello più tendente al Black Metal. Ci sono dei momenti in cui si avverte un minimo di stanchezza ma sono giusto momenti, spazzati via da una qualità del songwriting più che buona. I loro mezzi a disposizione non sono certamente quelli che potrebbe offrire una buona etichetta discografica, ma ciò non toglie che Last Light sia un buon biglietto da visita con cui bussare a qualche porta, nella speranza che si aprano.
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