C’è un tarlo che mi trapana il cervello ormai da molti anni… Nel 1987 Joe Satriani pubblicò il suo secondo disco, “Surfing with the alien”, ed effettivamente per l’epoca la sua prestazione era davvero di un altro mondo. Con il passare del tempo, però, questa definizione si è sempre di più adattata alla perfezione ad un altro genio della sei corde, che, manco a farlo apposta, è stato studente proprio di Joe, e cioè
Steve Vai. Tipico esempio di quando un allievo supera il maestro, e di molto pure… Questa premessa solo per dire che in questo DVD non sono riuscito a trovare molto di ‘umano’… Il livello raggiunto da Steve è veramente allucinante, e alcune parti che suona hanno davvero un sapore alieno, per quanto incomprensibili e splendide sono. Se il buon Malmsteen, per quanto lo ami, è rimasto comunque fedele al suo stile lungo tutta la sua carriera, se Satriani ha avuto una sorta di involuzione che lo ha portato ad apprezzare il lato più rock e minimale del suo strumento, Vai è stato forse l’unico, insieme a Paul Gilbert, ad essersi evoluto e migliorato in maniera esponenziale col passare degli anni. E il livello raggiunto ora è quasi indescrivibile, sotto tutti gli aspetti, chitarristici, compositivi, e di arrangiatore. Steve ha un modo tutto suo di approcciarsi allo strumento, e anche di porsi al suo pubblico. Come non rimanere affascinati dalle sue chitarre luminose, dalla sua tunica orientale lunga fino ai piedi e dal tappeto persiano sotto i suoi piedi? Tutto questo è Vai, e noi lo amiamo anche per la completezza e la professionalità con cui si pone. Non contento, si circonda sempre di musicisti eccelsi, questa volta rispondenti ai nomi di Jeremy Colson, un vero folle dietro le pelli, Dave Weiner e Bryan Beller, una sicurezza ritmica, e soprattutto la bella Ann Marie Calhoun e Alex De Pue, pronti a sfidare il maestro, con i loro violini, con assoli al limite della tendinite. Insomma, gli ingredienti per un DVD eccellente ci sono tutti, e se aggiungiamo anche il fatto che l’audio è davvero ottimo, e per una volta la regia è superlativa, con le telecamere che non si lasciano sfuggire il benché minimo particolare, con inquadrature che vanno a frugare tra le dita dei protagonisti, e tagli e montaggi assolutamente sincronizzati sia con la musica, sia con i bellissimi giochi di luce che fanno da cornice al concerto, penso non ci sia altro da dire. Insomma, basterebbe fermarsi qui per convincervi ad acquistare il doppio dischetto ottico, ma sarebbe un reato non parlare di quello che poi è il piatto forte del DVD in questione, e cioè la musica. Intanto vi dico che la scaletta è leggermente anomala, in quanto oltre a presentare due inediti, di cui il primo posto in apertura, presenta un numero davvero ridotto di grandi classici, puntando più su un discorso organico dello show che sull’auto compiacimento derivante dall’esecuzione di brani di facile presa sul pubblico. Ogni brano è eseguito alla perfezione, dimostrando una coesione della band veramente eccezionale. Ovviamente è Steve a catalizzare l’attenzione, con le sue trovate disumane, tapping a cinque dita, effettistica spaziale, uso ed abuso della leva del tremolo, scale al fulmicotone ma accompagnate da altrettante melodie di un gusto sopraffino, e l’impressione che si ha è che la chitarra per lui non sia altro che un’estensione delle sue braccia, un tutt’uno col suo cervello, facendolo diventare una sorta di cyber guitar hero… Ma c’è tempo anche per simpatici siparietti dal sapore zappiano, in cui Steve interagisce con il pubblico e si pone in maniera scherzosa e, questa volta sì, umana… E siccome stiamo parlando di un grandissimo musicista, incredibilmente umile, a differenza di molti sui colleghi (chi ha detto Malmsteen?), sia i due violinisti che i tre fidi moschettieri trovano il loro spazio, sia per gli intenditori, con accompagnamenti davvero di alta classe, sia per i più disattenti, con assoli e trovate che donano loro il giusto spazio. Insomma, c’è di che divertirsi durante la visione di “Where the wild things are”. Non penso di esagerare se affermo che questo live è perfetto in tutto, dall’esecuzione, alla scaletta, dal montaggio video, al suono, alle luci… Insomma, solo guardandolo potrete capire di cosa sto parlando… Steve Vai ha aggiunto un altro importantissimo tassello alla sua già fantastica carriera, pubblicando un altro piccolo gioiello di MUSICA, quella vera, colta, per pochi ma al tempo stesso per tutti, tanto grande è la sua capacità di far apprezzare anche ai meno avvezzi ai tecnicismi le sue partiture incredibili. Steve è un genio, non si può negarlo, e forse è uno dei pochi MUSICISTI del ventesimo secolo che può davvero essere chiamato tale… Chiudo con una sterile comunicazione di servizio: il live è stato pubblicato anche in CD, ma sareste dei folli se lo acquistaste al posto del DVD, che nel suo secondo dischetto presenta anche un’intervista, un dietro le quinte e una dimostrazione del distorsore Jemini della Ibanez, firmato proprio dal chitarrista italoamericano.