Ogni tanto ti viene la voglia di ascoltare qualcosa di "vecchio". Stavolta è toccato a "
In a Time of Blood and Fire", esordio dei
Nocturnal Rites, oggetto di una recensione che feci solo dopo l'uscita dei due dischi seguenti: "Tales of Mystery and Imagination" e "The Secret Talisman", e che ora vado a recuperare....
[ ... A distanza di anni, e dopo che i
Nocturnal Rites sono nettamente migliorati con le seguenti realizzazioni, non è facile recensire il loro debutto "
In a Time of Blood and Fire", ma ci posso provare. Innanzitutto la line-up riportata dal booklet, presenta un nome che mi suona famigliare: il singer
Anders Zackrisson, che, in effetti, avevo già ascoltato parecchi anni prima (1984!) nel primo LP dei Gotham City, punto a favore del gruppo, visto che ne mantengo un buon ricordo. Infatti, non ne sono deluso, testi di chiaro stampo Fantasy e sin dalle prime note ci si muove su toni di puro Power Metal, con parecchi riferimenti al Metal degli anni 80. Non manca la melodia, presente sia nei cori sia nell'uso di azzeccate tastiere, ma specialmente per le armonie che sanno creare i due chitarristi, ed è difficile credere che la prima incarnazione del gruppo suonasse un più pesante Death Metal. Dopo lo speed, tutto sommato anonimo di "
Sword of Steel", il compito di sollevare le sorti del CD spetta prima a "
Skyline Flame" e poi a "
Black Death", entrambe tirate ma decisamente superiori all'opener, con la seconda arricchita da un riuscito intermezzo pianistico. Da segnalare la buona prestazione di
Zackrisson dotato di una voce particolare ma molto versatile (e successivamente migliorerà ancora) mentre il punto debole è la batteria, anche a causa della produzione che ne appiattisce i suoni. L'epica titletrack si rivela uno dei pezzi salienti, grazie alle linee vocali del lead vocalist ed alla buona prestazione delle chitarre. Una lunga sezione strumentale (debitrice di Harris e Co.) dà luogo alla più ponderata "
Dawnspell" e sugli stessi binari rimane "
Lay of Ennui", poi il ritmo riprende veloce sino alla conclusiva "
Dragonisle". Il brano inizia con un'apertura di musica classica, che si riproporrà in conclusione dello stesso pezzo, per poi riversarsi in una triste melodia delle chitarre che caratterizza una gran bella canzone dai toni malinconici che coinvolgerà sicuramente l'ascoltatore. Un'ottima conclusione per un discreto debutto.
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