Boh. Quattro. Facciamo quattro, giusto per non infierire.
Ci troviamo di fronte all’ennesima teenager band made in USA, costruita ad arte per attrarre masse di ragazzini, senza una precisa direzione musicale e senza alcuna personalità. Ovviamente, supportata da una produzione miliardaria che cerca di aggiungere spessore a un lavoro assolutamente piatto attraverso decine di sovraincisioni, inserti artificiali e quant’altro. Non ne conosco i gusti e le modalità di azione, ma credo che tutto sommato sia un album che è possibile definire Emo. Definizione che trova conferma osservando le foto dei protagonisti. Inserti di voce growl che fanno addirittura sorridere, più che altro perché accostati a un’irritante seconda voce maschile che di maschile ha davvero poco e che lascia parecchio perplessi in quanto ad efficacia. Anche se sarei davvero curioso di sentirli dal vivo per testarne la tenuta, ascoltando il disco non è possibile fare a meno di notare che la band possiede effettivamente un certo spessore tecnico. Alcuni riff e stacchi sono infatti notevoli, il lavoro dietro le pelli è addirittura sorprendente, ma le canzoni risultano tutte simili, noiose e appaiono proprio costruite ad arte per piacere solo ed esclusivamente agli allegri frequentanti delle High School d’oltreoceano. Proprio per questo motivo, diventa quasi rabbia la consapevolezza che una band così potrebbe dare molto ma molto di più, ovviamente cercandosi prima un altro cantante. Inoltre, suona tutto talmente uguale dall’inizio alla fine che non riesco nemmeno ad individuare gli episodi più o meno felici tra le tredici tracce, dove l’unico a fare una grande figura (oltre al batterista) è sicuramente il produttore
Casey Bates, che credo sia quello che ha lavorato di più.
Se avete 13 anni, la frangia stirata davanti agli occhi e amate farvi del male a tal punto da comprare questo disco, avete trovato l’album dell’anno già all’inizio del 2010. Altrimenti rimanete lontano da un lavoro che ha davvero molto poco da dire, anche se temo proprio che, grazie alle mode musicali emerse negli ultimi anni, sentiremo ancora parlare parecchio degli
A Skylit Drive.
Tokyo Hotel, attenti: la vostra leadership potrebbe essere presto insidiata!
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