Copertina 9

Info

Anno di uscita:2010
Durata:57 min.
Etichetta:Immaginifica/Aerostella
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. HERO
  2. FEAST
  3. THE BIRTH, THE DEATH, TRANCE BY THE RIVER
  4. BURNING TIMES (NEVER FORGET)
  5. VIOLET
  6. C.W.A. PRELUDE
  7. COLD WATER APOCALYPSE
  8. TWILIGHT
  9. MEMENTO

Line up

  • Ricky DeVito: vocals
  • Paolo Marchesich: drums
  • Alberto Bravin: keyboards
  • Roberto De Micheli: guitars
  • Alessandro Sala: bass

Voto medio utenti

Ci arriva da Trieste uno dei dischi più interessanti di questo primo scorcio di decennio: trattasi dei Sinestesia, prog metal band accasatasi presso l'etichetta Immaginifica, diretta nientemeno da Franz Di Cioccio (PFM) ed interessata al prog in tutte le sue forme.
Ed è proprio di prog metal che parliamo con questo secondo capitolo della discografia dei Sinestesia. "The Day After Flower" è un superbo coacervo di suggestioni metal prog, nella sua forma più tecnica e raffinata. Spazianti da sonorità alla Dream Theater a sussurrate armonie più Genesis o PFM (per l'appunto), i Sinestesia si avvalgono della stupenda voce di Ricky, che come un pittore sa rendere una tela viva grazie a pennellate di voce davvero ammirevoli: un timbro che mi ricorda molto Khan dei Kamelot, seppur con un'estensione maggiore ed un'attitudine a cantare la nota sempre "netta", senza glissati, preferendo piuttosto un sostanzioso vibrato, particolarità che me lo avvicina al modo di cantare dei giapponesi.
Cotanta voce, però, è al servizio di una band dalle sterminate capacità compositive ed esecutive: ascoltare per credere lo strabiliante duetto iniziale "Hero"/"Feast", in cui il prog metal dei Sinestesia prende vita e si veste di mille colori, facendo gridare al miracolo. Segue una lunga (e un pelo macchinosa) suite, "The Birth, the Death, Trance by the River", che mette in mostra il lato più tecnico della band: quattro musicisti superbi, ispirati e coesi come non se ne sentiva da un po’. C'è spazio anche per momenti più morbidi, come la bella e accattivante "Violet", imperiosi strumentali, come in "C.W.A. Prelude", o per aperture aggressive e più prettamente metal, come in "Cold War Apocalypse". Non manca neanche il brano in lingua madre ("Memento"), messo in chiusura come suggello finale ad un album emozionante, intricato ma mai stancante.

Una delle più gradite sorprese del 2010, dunque. I miei personali complimenti ad una band che ha saputo confezionare un cd che è un piccolo capolavoro del genere. Consigliatissimo agli amanti del prog, ed a chiunque sappia apprezzare la bellezza della Musica.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 mar 2010 alle 11:55

altro disco inutile

Inserito il 01 feb 2010 alle 19:19

solo per questo allora gli toglierei 4 punti dal voto finale

Inserito il 28 gen 2010 alle 14:27

me cojoni!

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