Che cosa poter raccontare sul nuovo capitolo della carrellata “riepilogativa” di casa Frontiers, che non sia già stato detto in altre occasioni analoghe? Che cosa aggiungere sul suo contenuto, che non sia già stato specificato nel dettaglio delle recensioni dei dischi qui rappresentati, quasi tutte rintracciabili tra le colonne virtuali di Metal.it?
Non molto.
Una cosa, però, voglio dirla (o eventualmente ribadirla!) … Scorrete la lista delle bands incluse in questo Cd e trovatemi un’altra etichetta che abbia, nel suo settore di competenza, un roster (nemmeno completo!) così competente, prestigioso e rilevante. L’impresa non è affatto semplice, e se aggiungiamo che stiamo parlando di una label italiana, divenuta autentico punto di riferimento internazionale del rock melodico nelle sue varie sfaccettature, è istantaneo comprendere quanto si possa essere “orgogliosi” di una situazione che solo “qualche” anno fa era assolutamente impensabile.
Chi ha vissuto i “primordi” dell’hard n’ heavy italiano sa bene a cosa mi riferisco e scusate se, con un pizzico di naiveté patriottica, valuto i risultati della Frontiers anche nell’ottica di una piccola forma di “rivalsa” nei confronti di quanti avevano sottovalutato e disdegnato le “nostre” possibilità d’affermazione in questo campo.
Tornando a questioni più “pratiche”, nel caso in cui, anche in questi periodi di opulenza discografica, siate alla ricerca di un compendio praticamente imbattibile di sublime melodic hard-rock, assemblato e selezionato con gusto e misura, vogliate avere un assaggio significativo del nuovo incombente disco dei Giant (avete già l’”acquolina in bocca” eh, e fate bene!), gradiate testare anche l’allargamento in direzione “symphonic-gothic” operato dalla Frontiers con i The Murder Of My Sweet (personalmente non mi fanno impazzire, e tuttavia sono certo troveranno molti estimatori, proprio come si è rivelato l’esimio collega Pippo 'Sbranf' Marino che si è occupato con dovizia di analizzarne la materia su queste pagine!), o ancora siate curiosi, come accaduto al sottoscritto, di fare la conoscenza con gli Auras, una nuova band brasiliana di prossima uscita dedita ad uno smagliante AOR “classico”, affidatevi con fiducia a questa ricchissima raccolta di ottima musica, che sono altresì convinto, v’indurrà, qualora non l’abbiate ancora fatto, ad approfondire la parabola artistica di almeno alcuni (ma dal mio punto di vista sono tutti ampiamente meritevoli!) dei grandi gruppi qui radunati.
Per i ragazzi della Frontiers la sfida nel business del rock appare sempre ardua e appassionante, senza mai “abbassare la guardia”, in un mondo congenitamente competitivo ed invidioso … sfrutto quest’occasione per esortarli a “continuare così”, alimentati dalla passione e dalle capacità, unendomi, ne sono certo, al coro di tutti gli appassionati di questi suoni, affezionati e grati a questa solidissima realtà della discografia mondiale.