25 anni di carriera sono un traguardo che genera ammirazione nel prossimo, soprattutto quando a compierli è una band come quella dei
Necrodeath, vero e proprio culto generazionale del Metal estremo, e non soltanto nei confini italiani, ma anche in quelli esteri visto e considerato che non sono stati pochi gli artisti famosi che li hanno omaggiati, Phil Anselmo in primis. Onestamente non sono rimasto soddisfatto dalle loro ultime due pubblicazioni in studio, Draculea e Phylogenesis, due album che mettono da parte la furia iconoclasta per dare spazio ad una visione un po' troppo cervellotica e forzata nei riguardi di un approccio al Metal estremo che alla fine risulta poco fluido e abbastanza stantio. Questione di gusti. 25 anni dicevamo... festeggiati con un album di cover che con un titolo come
Old Skull non lascia fraintendimenti: un tributo alle origini del Necrodeath style. La band sceglie la strada dell'autoproduzione e per questa volta la Scarlet Records si occuperà soltanto di una parziale fetta inerente la distribuzione, una scelta difesa con orgoglio dal gruppo, ma per quanto mi riguarda sintomo e segnale di una certa confusione che aleggia su questi ragazzi; insomma il mercato non è nuovo a queste operazioni, e non sono stati nemmeno pochi i dischi di cover spinti a tutto andare dalla case discografiche, e fa strano che nel caso di una cult band come la loro ci si butti su un'autoproduzione. Magari è più semplicemente una questione di mercato, o forse i numeri si sono ridimensionati negli ultimi anni a causa di certe scelte stilistiche, e la Scarlet non se l'è sentina di rischiare. Al di la di queste faccende burocratiche è la Musica che deve parlare e qui dentro lo fa in tutta la sua cattiveria, grazie e rivisitazioni in pure stile Necrodeath di brani che hanno letteralmente fatto la storia dell'Heavy Metal mondiale: Black Magic (Slayer), Paranoid (Black Sabbath), ma anche Ace Of Spades (Motorhead), per non parlare dei Venom e dei Kreator omaggiati con Bloodlust e Pleasure To Kill. Allora cosa manca? Oggettivamente niente, tutto è curato con professionalità e precisione. Quello che emerge palesemente è come i Necrodeath diano il meglio di loro stessi quando riescono a convogliare la cattiveria e l'aggressività in un qualcosa che non è mai confusionale o cacofonico, è la loro naturale condizione, la stessa che negli ultimi anni è stata un po' offuscata da continui cambi di formazione, oltre che stilistici. Formalmente Old Skull è un regalo che i fan apprezzeranno, ma dal punto di vista artistico è forse inutile... era meglio puntare su un bel dvd dal vivo, situazione in cui la loro carica distruttiva non sembra capace di affievolirsi.
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