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Info

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Anno di uscita:1972
Durata:43 min.
Etichetta:Vertigo

Tracklist

  1. WHEELS OF CONFUSION
  2. TOMORROW'S DREAM
  3. CHANGES
  4. FX
  5. SUPERNAUT
  6. SNOWBLIND
  7. CORNUCOPIA
  8. LAGUNA SUNRISE
  9. ST. VITUS' DANCE
  10. UNDER THE SUN

Line up

  • Ozzy Osbourne: vocals
  • Tony Iommi: guitar
  • Geezer Butler: bass
  • Bill Ward: drums

Voto medio utenti

Siamo al quarto capitolo, per questo battezzato “VOL.4” uscito nel 1972 e che risulta essere il primo disco autoprodotto esclusivamente dalla band. I B†S hanno raggiunto una certa potenza economica, tale da renderli così sicuri di prendere e partire dal vecchio continente e recarsi nella soleggiata California, dalla nebbia di Londra al sole di Los Angeles dove hanno intenzione di produrre la loro nuova fatica. Il disco verrà prodotto in circa due mesi, tempi abbastanza lunghi e inusuali per la band, abbastanza per trovare quella calma e quella tranquillità che prima non capitavano in quanto risultavano sempre dipendenti alle volontà del produttore, l'ultimo, Roger Bain, fu licenziato in tronco.

Affittata la villa di un noto miliardario, luogo di numerosi lunghi parties notturni improvvisati a base di cocaina, talmente tanti nel susseguirsi che la voce si sparse nelle vicinanze del luogo, facendo sì che orde di autoinvitati vi si recassero spesso e volentieri. Nel “fattume” generale si narra che una volta Bill Ward rasentò la morte in quanto, tutto nudo e in stato confusionale, venne coperto integralmente su tutto il corpo di vernice, scherzo frutto dei compari. Oltre a queste distrazioni anche la permanenza nella assolata California incise sulla stesura dei brani. Per la prima volta le tematiche di Butler non bussano alla porta del Diavolo, risultando poco e solo a tratti lugubri e infernali a differenza dei precedenti lavori. Rimangono una costante nei brani invece l'astratto e le visioni, frutti ovviamente degli abusi di droga; riflesso della rilassatezza che i quattro poterono concedersi in quel periodo, lontani dalle pressioni contrattuali di una volta. Ne escono brani scritti anche in maniera un po' confusionale, d'altronde il disco avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente “Snowblind” e niente più, il che spiega tutto. Tuttavia, nonostante gli eccessi di quel periodo a base di sesso e droga, i B†S riescono a cimentarsi in nuove sonorità, a sperimentare al di fuori dell'ambito fino ad allora riconosciuti a loro, forse anche facilitati dal fatto che si erano già tolti l'etichetta di satanisti, cosa che la band aveva sempre desiderato accadesse.

“VOL.4” è innovativo, ci sono le prime ballad, si scorgono degli episodi che richiamano un po' al prog. In molte canzoni non c'è il narratore in prima persona ma uno esterno, immaginario. Certi strumenti come mellotron e pianoforte iniziano a risaltare e mettersi più in evidenza rispetto al passato. Di spettrale forse è rimasta solo l'immagine di OzzY pubblicata sulla copertina del disco: irreale, mistica, crepuscolare...

Wheels Of Confusion” con la sua intro mi ha sempre dato un certo immaginario sin dal primo ascolto, sempre lo stesso: il girovagare a vuoto,con la mente confusa, senza meta sotto un sole incandescente, il fastidio del caldo e il riverbero che sale dall'asfalto.. E' per via di quella chitarra lenta che inizia così intensa... “per tanto tempo ho vagato per la mente con storie di terre fatate..”.
L'epicità con le sue illusioni improvvisamente si blocca e il brano accellera, chi si racconta ha capito la (sua) realtà e ha scoperto “che la vita è solo un gioco”, che nella vita non ci sono vincitori, ognuno di noi da il meglio solo per paura di risultare un perdente e niente più. Quando ognuno di noi arriverà alla fine del viaggio, cioè alla morte, il mondo continuerà lo stesso a girare. I B†S insistono nel brano a prendere le distanze dal loro passato etichettato in malo modo e per cui sono sempre stati conosciuti: negativi, sulfurei, amici di Satana ”penso ai cerchi della confusione, attraverso fiumi di lacrime, occhi invasati dalle illusioni che si nascondono nelle paure quotidiane”. Non bisogna più nascondersi, il tempo passa, non si è più quelli di una volta, bisogna saper guardare alla realtà. Ma il brano oltre a questo risvolto pare ne abbia un altro ancora, parallelo: il rifiuto degli hippies, genere di cultura (molto radicata all'epoca in America) da cui loro si sono sempre ben guardati di farne parte. “War Pigs” ne fu un loro proclama ben saldo nei loro principi. Una canzone pacifista sì ma non la solita fregnaccia di protesta in voga a quei tempi (mi viene in mente anche “Under The Gun” dei Deep Purple ma ora sto deragliando, meglio fermarsi!). Morale, questa è una canzone pessimista: non esistono vincitori, ciò che rimane sono lacrime, illusioni, la vita è sempre in salita piena di ostacoli ogni giorno, ma il mondo girerà sempre, anche “quando tu non ci sarai più!” .

Tomorrow's Dream” all'epoca uscì, senza grande successo, come singolo essendo stata una delle prime ad essere scritte. Risaltano basso e batteria, che capitanano la sezione ritmica, non c'è alcun assolo. Anche qui tema centrale è lo stato confusionale di una persona che, delusa dall'amore, prende e parte per un viaggio da cui scappare per sempre. Una costante del pensiero dei B†S sin dall'inizio della loro carriera fino a questo momento è che l'amore è visto più come portatrice di sofferenza più che di speranza e gioia. Che poi sono aspetti che in futuro si supereranno a vicenda, l'uno con l'altro, se si va a “leggere” tutta la loro discografia (intesa quella con OzzY). Di questo pezzo amabile mi entusiasma l'arpeggio di chitarra durante il ritornello cantato “when sadness fills may days it's time to turn away,and let tomorrow's dreams become reality to me”. Ecco qui la cupezza sonora e lessicale che per forza di cose rimane sempre presente, perchè questo è il marchio costante che ha sempre contraddistinto i B†S. “Mandami amore e potrai guardarmi, mandami speranze che posso comprendere, ma se vuoi che per davvero ti risponda te lo farò sapere quando sarò già morto”, il risentimento è il sentimento che prevale in questo brano perché al limite “tornerò indietro solo per far finta di essere ancora vivo così questa volta conquisterò per davvero la mia stella”. I mali da estirpare sono le fonti dei sogni di domani.

Changes” è un brano innovativo, nel senso che mai prima Tony Iommi si era cimentato a scrivere e suonare qualcosa al pianoforte. Lo fece in realtà pensando a una cosa che non sarebbe mai stata pubblicata ma quando OzzY la sentì per la prima volta ne fu illuminato talmente tanto che ci adattò subito il testo. E' un'altra canzone triste, lo si capisce sin da subito e anch'essa parla di un amore crudele, perso, perchè la vita va così: il mondo è crudele, è malvagio, ti rovina tutto “abbiamo condiviso gli anni, ogni giorno, da innamorati, abbiamo trovato la nostra strada. Ma presto il mondo ci ha messo lo zampino, il mio cuore si è accecato, l'amore si è perso”. Anche Butler si cimentò per la prima volta all'uso di un nuovo strumento che è il mellotron per contornare il pianoforte.

FX” ovvero “effetti” non è altro che un semplice intermezzo improvvisato da Iommi. Una leggenda narra che durante un party nella villa egli, tutto nudo, si mise a urtare la sua croce appesa al collo sulla chitarra e che poi, una volta visto, diverse persone (i soliti avventori dei parties) iniziarono ad imitarlo brandendo in mano la sua collana; un'altra invece racconta che mentre cazzeggiavano in studio gli altri della band si misero a lanciargli oggetti sulla chitarra mentre Ward vi ci sbatteva le sue bacchette. Da un gioco che fu inizialmente, con l'aggiunta di un delay, pensarono che la cosa fosse carina da mettere sul disco.

Supernaut” è il primo brano del disco dove esplicitamente si fa riferimento (e tributo) alla cocaina e che inizia così “voglio allungarmi fino a toccare il cielo, il sole. Ma non ho bisogno di volare - ah sì? E come? - "Scalerò ogni montagna lunare e troverò il piatto che scappava col cucchiaio”. Butler si presta a un brano metafisico e surreale, sempre sospeso tra immaginario e reale, tanto che alla fine la mente non sa cosa vuole, sospesa nella confusione “ho trovato la plastica e l'oro alla fine dell'arcobaleno, sono passato attraverso la magia e la realtà della vita, ho vissuto migliaia di anni senza aver mai trovato la chiave (della soluzione)”. Ma questo conflitto interiore, questo rimbalzare tra sogni e realtà non sono un problema alla fine, anche se non porta a capire davvero dove si vuole arrivare, perché c'è sempre la droga che aiuta ad andare avanti, a dimenticare ciò che non va bene “non ho una religione, non ho bisogno di amici, ho tutto quello di cui ho bisogno e non ho bisogno di far finta di nulla”. Quando sei sotto l'effetto della droga nulla ha rilevanza sulla persona.
Ma attenzione! Tu che mi ascolti, che stai leggendo “non cercare di raggiungermi, perchè farò a pezzi la tua mente, ho visto il futuro che mi sono già lasciato alle spalle”. E' un monito con cui si conclude il brano: stai alla larga da questa roba o potrai pentirtene una volta che ti accorgerai che il tuo cervello inizierà a bruciare. Bell'assolo di chitarra, nel mezzo del brano Iommi si ricorda dei suoi arbori e della band suonando del jazz e lo ripropone con un piccolo intermezzo incorniciato da percussioni.

Snowblind” cioè “accecato dalla neve” un pezzo che nel tempo si consolidò come cavallo di battaglia della band; puro inno alla libertà, frutto della sfacciataggine e del coraggio della band. A quell'epoca la cocaina apparteneva a qualsiasi band o musicista, tutti ne facevano uso: loro ebbero addirittura il coraggio di dedicarle una canzone. E' risaputo che in quella trasferta americana i B†S raggiunsero il massimo dell'abuso di questa sostanza... Se Coverdale e Hughes (grande amico quest'ultimo di Iommi con il quale passava spesso del suo tempo libero a inalare..) scendevano dal boeing con una valigia piena di cocaina, i B†S si accecavano a fiumi fino all'inverosimile in quella villa... devastandosi ma sempre alla ricerca dell'album da comporre. Il riff realizzato ha una caratura notevole, i ritmi cambiano (saranno stati gli schizzi mentali di Ward e di OzzY, il primo con le sue rullate, il secondo con i toni di voce che variano a seconda dell'umore..); bell'assolo di Iommi nella parte centrale.
Il testo è testimonianza pura delle allucinazioni, del corpo che si congela sotto l'effetto della neve, il freddo sotto il sole della California e si conclude in maniera cinica con queste parole “bacia il mondo con i fiori dell'inverno, tramuta i miei giorni in ore ghiacciate, sdraiato sotto il sole, accecato sotto la neve, quando verrà mai la mia era glaciale?”.
Notare il contrasto tra il freddo del profondo dell'anima (dovuto all'effetto della droga) e il sole di quell'estate californiana, sole che contraddistingue sempre la vita trascorsa in quel periodo dalla band e che per riflesso splende più volte nel disco, citato anche nel titolo di un'altra canzone a venire del disco. La sensazione costante è il rimbalzare tra la felicità e il dolore, tra il freddo che prevale e il bagliore “qualcosa sta soffiando nella mia testa, venti di ghiaccio che presto mi prenderanno, sino a gelare persino la mia anima. Tutto ciò mi rende felice, mi mette freddo. I miei occhi sono ciechi ma vedono i fiocchi di neve brillare sugli alberi, il sole non mi rende più libero. Mi sto gelando”.
OzzY si sente libero di raccontare esplicitamente cosa prova quando è sotto gli effetti, la saluta pure (“cocaine!”), è accecato ma prova sensazioni bellissime, per questo dice che vede, non ha bisogno del caldo del sole, è talmente tanto inebriato dagli effetti che ogni cosa per lui è positiva, bella ma che alla fine in verità risulta ad essere apologia della realtà. Nella parte che va a concludersi del brano musicale si sente un accenno di accompagnamento orchestrale.
E' una celebrazione agli anni '70.

Cornucopia” simbolo di fertilità, dell'abbondanza il che farebbe presagire alla felicità, alla ricchezza, ma allora perché questa musica così cupa, chiusa, perchè questo contrasto? Perché il suono è ripiombato nel buio come era prassi negli anni passati? Verrebbe da pensare a una lode positiva invece il brano nella totalità del suono e del testo è una condanna all'uomo che oramai vive in un'era in cui tutto bisogna avere, possedere: è un attacco al consumismo sfrenato “lasciali avere i loro piccoli giocattoli, macchinine comprate a rate, così eccitanti nelle strade di plastica. Cibo congelato in un labirinto di cemento”; solo questi artifizi fanno sì che nella vita la gente non si deprima, che non diventi pazza, ma è solo quello che crede. E' la povertà che permette di tenere i piedi per terra, che non porta alla pazzia perchè solo chi è povero non conosce la rincorsa bieca verso il possesso delle cose, dei beni materiali, della perdizione. Come mai tutto questo accanimento? Non è forse esagerato? In fondo neanche i B†S risultano ad essere dei poveri, ma allora perché si immedesimano in questa condizione nello scrivere fino ad apparire non credibili? Ecco perché, lo fa capire il testo nella seconda parte “non so cosa succede alla mia testa, la testa mi sta scoppiando. La gente non mi sopporta più, non sanno cosa nascondo”: la droga. E' la droga che li fa accanire, che genera questo tipo di elucubrazioni mentali così distorte. Non riescono più ad analizzare ciò che intorno è la vera realtà, tutto viene distorto. Il gong che suona tre volte in mezzo al brano sono tre flash nelle cervella malate, stanche. La logica si perde, si parte cercando di analizzare la vita intorno per finire invece in spazi astrali, confusi. Pezzo onirico, solenne. Uno dei miei preferiti del disco.

Laguna Sunrise” è un piccolo grande gioiello strumentale sorto dalle menti di Iommi il quale una mattina, nei pressi di una laguna californiana, si emoziona nello scorgere l'alba. Subito con una chitarra abbozza la scrittura, poi si fa aiutare da qualcuno che è lì con lui a reclutare una orchestra che servirà a completare l'opera. E' la prima volta che a lui viene in mente questo tipo di concezione musicale e non sarà l'ultima a venire. Due chitarre che si sovrappongono come uccelli in volo, la brezza dell'orchestra che accompagna il sole. Un pezzo che adoro, rilassante, da portarsi dietro ad ogni vacanza, in ogni posto: la pace.

St.Vitus' Dance” non ha nulla a che fare con la “malattia” ma è puramente l'ennesima canzone d'amore anche se il ritmo sostenuto lo avrebbe fatto pensare. Anche qui l'amore è infranto anche se lascia un piccolo spiraglio di speranza, come dice l'ultima strofa “se fossi io in te ci riproverei e tenterei di riparare, lei pensa solo a te e io ti sto parlando da amico... Non si può star male per una bugia, basta scusarsi, è stato solo un equivoco perché lei voleva te e non i tuoi soldi.”. Pezzo granitico, OzzY si lancia solennemente, il sound ha un retrogusto folk se pur rochettaro.

Under The Sun”, cioè “sotto il sole", alla luce, dove tutti possono vederti o essere visti, dove non puoi fare finta di essere chi sei, altrimenti sei un falso! Un Bugiardo! Questo è il pezzo conclusivo, quindi perché non salutare l'amico sole? Anche qui l'inizio è greve, cupo: puro doom settantiano, forse mai sentito prima. Poi parte inevitabilmente una chitarra schizzata, a mo di taranatella. E OzzY dice “bene, non voglio che un fanatico frichettone di Gesù mi venga a dire quale è il senso di tutto, della vita, non voglio che un mago nero mi venga a comprare la mia anima, non credo nella violenza ma nemmeno nella pace, ho aperto la mia porta e ho liberato la mia mente”. Con questo brano i B†S volgiono raggiungere il massimo della libertà togliendosi di dosso tutti i pregiudizi che da sempre il mondo esterno aveva attribuito a loro. Che ognuno ragioni con la propria testa, nient'altro! Non esiste nessuno che possa indirizzati a una strada dopo la morte, né i preti, né i maghi o santoni. Improvvisati: che ognuno segui la propria testa. Il testo si conclude quindi con questo consiglio: vai per la tua strada, ascolta solo la tua mente e il tuo istinto, nessuno ha il diritto di imporsi e comandare nella tua vita. Questo significato non è niente altro poi che una metafora della loro vita: i B†S stanno perseguendo ciò che hanno sempre desiderato prima ma che non era realizzabile fino a questo momento: essere indipendenti, fare le cose per conto loro, senza influenze esterne, cioè manager e cose del genere. L'unico piccolo accenno un po' visionario della canzone è quando dice “ogni giorno viene e va, la vita è una lunga overdose, la gente cerca di governare la nazione, io vedo oltre la loro frustrazione..”, è un richiamo ai politici che per governare raccontano solo bugie e una critica alla gente sempre abbocalona “la gente nasconde sempre la sua vera faccia, continua a vivere una vita fatta solo di competizione, dietro ogni fiore nasce una erbaccia nel loro mondo di finzione”. La musica si conclude con un lungo assolo malinconico di chitarra, è il congedo dei B†S.

E qui termina questo disco che io personalmente non lo trovo irresistibile in maniera assoluta come mi capita invece con altri episodi della loro discografia, ma che prediligo essenzialmente nei periodi caldi dell'anno. Infatti sin da quando lo ascoltai per la prima volta un disagio che provai subito era come di “caldo”, di sole insopportabile, pure sensazioni che dal disco trasudano su di me quando lo ascolto. Infatti solo nei periodi soleggiati e caldi riesco ad apprezzarlo, più che in inverno periodo nel quale le altre loro produzioni, più buie e cupe, prevalgono su di me. E' un disco che per i suoi 7/10 si mostra diverso e innovativo rispetto al passato, con melodie differenti, testi che non parlano più del Diavolo ma dei conflitti interiori, a loro volta frutto spessissimo degli abusi perpetrati durante quei periodi. Un disco che a livello sonoro ha un enorme distacco dal passato dovuto sicuramente all'impatto della band con posti nuovi e lontani un oceano dalla loro vecchia, grigia e cupa Birmingham.

A cura di Andrea "Johnny-Blade" Cavallo

Recensione a cura di Ghost Writer
Quasi Prog

Il volume quattro presenta influenze al limite del prog(in particolare in songs come "Tomorrow's Dream"&Wheels of Confusion"),quasi pyscho-prog potremmo dire,influenze che saranno poi sublimate nel sopraffino "Sabbath Bloody Sabbath".Doom sugli scudi in songs come "Saint Vitus's Dance"(che ispirerà il nome della famosa doom band),"Cornucopia"&"Under the Sun".Suggestiva la crepuscolare"Laguna's Sunrise".

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 ago 2015 alle 16:17

Che disco eccezionale. Grandissimo johnny-blade, ho letto quasi con avidità.

Inserito il 30 ago 2015 alle 15:25

Disco epocale. La rece è lunga ma i dettagli che il buon Gionni snocciola sono di primissimo livello e la rendono piacevolissima. Complimenti. :)

Inserito il 30 ago 2015 alle 11:24

Peccato però che non sono stati messi pezzi in corsivo e in grassetto:avrebbe beneficiato l'estetica dello scritto e la lettura.

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