Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:53 min.

Tracklist

  1. S.O.T.C.
  2. THE STORM
  3. ONE THOUSAND AND ONE NIGHTS
  4. PROCLAIMING I
  5. CRY
  6. ETERNAL STAIRWAY
  7. PERFECT TIME
  8. SNOW
  9. TRANSPOSING A MOMENT (WHILE SLEEPING...)

Line up

  • Luca Asfalto: vocals
  • Davide Di Marco: bass
  • Diego Cazzaniga: guitars
  • Davide Isola: guitars
  • Marco Lanzi: keys
  • Davide Incorvaia: drums

Voto medio utenti

Gli Zembus esibiscono un curriculum vitae di tutto rispetto, tra anni di esperienza live alle spalle e collaborazioni importanti in ambito teatrale. Tutto questo finisce dentro Squaring The Circe, debut album della band genovese, dedita a un progressive metal con diverse influenze, soprattutto relative ai maestri del genere che vivono al di là dell’Atlantico.

La voce di Luca Asfalto, potente ed efficace, domina l’intero lavoro, con soluzioni melodiche degne di nota, soprattutto nella realizzazione di cori e armonie. Per quanto riguarda il resto della band, invece, tutti offrono una prova decisamente convincente senza strafare: ognuno svolge il suo compito con precisione sia nei momenti tecnicamente più complessi che in quelli più rilassati. L’opener S.O.T.C, pur non convincendomi pienamente, è in grado di dare fin da subito un’impronta precisa all’album, che si incattivisce leggermente nei suoni con la bella The Storm, per poi regalare una canzone davvero ben fatta come One Thousand And One Nights, con una parte centrale di chiaro stampo Dream Theater. La successiva Proclaiming I è veloce ed aggressiva, così come Cry (in cui merita una citazione la nervosa struttura ritmica della strofa iniziale). Eternal Stairway rappresenta invece l’episodio più oscuro dell’intero lavoro, mentre con Perfect Crime si ritorna alle sonorità sentite nella prima parte dell’album. Al penultimo posto in scaletta arriva anche un’immancabile ballad, Snow, condotta magistralmente da Marco Lanzi al pianoforte, ma non molto incisiva. Il disco si chiude con la pregevole suite Transposing A Moment (While Sleeping), a mio parere il biglietto da visita ideale della band, dove trovano spazio tutti gli elementi sentiti finora.

Un gruppo da tenere assolutamente d’occhio, potenzialmente in grado di realizzare qualcosa di veramente importante nel prossimo futuro. Il mio personale consiglio è quello di continuare sul sentiero intrapreso, cercando magari di essere meno scontati possibile e di abbandonare definitivamente la proposizione di riff e arrangiamenti adottati dalle band di riferimento. Sufficienza piena e convinta, ma dal prossimo album mi aspetto di saltare sulla sedia!
Recensione a cura di Alessandro Quero

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