E' mai successo prima che un gruppo musicale potesse trovare l'ispirazione per il proprio nome dal fondatore della Scuola di Palo Alto?! Non credo sia possibile, eppure questi
Watzlawick è quello che hanno fatto omaggiando lo psicologo austriaco. Contenti loro, contenti tutti. Musicalmente parlando tentano in tutti i modi di mantenere una continuità tra la scelta del monicker e la complessità stilistica della loro proposta. La definizione che più calza a pennello è quella di Post-Rock. Adesso diciamoci la verità: la parola "post" possiede un qualcosa di magico, perchèin ogni caso tutto quello che a primo ascolto risulta indefinibile viene buttato in quel calderone. Andando oltre… questi musicisti hanno del talento e lo riversano in canzoni possiedono fascino e che esplorano diversi spazi del Rock: da quello più energico a quello più dimesso e intimista, ma sempre con una notevole maturità, sia nei mezzi espressivi che in quelli prettamente tecnici. Per essere autoprodotto la qualità sonora è ottima, anche se viene mantenuta quella sana dose di sporcizia che rende l'approccio alla musica più live e viscerale. In
Prologue è un continuo alternarsi di momenti più "violenti" ad altri in cui si tenta di sperimentare sonorità più dilatate e dai confini labili. Il risultato? Sicuramente piacevole, magari in certi momenti ancora troppo forzato, ma ci sono tutte le premesse per fare bene in futuro.
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