Un album che onestamente mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca questo "
In The End Everything Is A Gag" che sin dal titolo mi aveva suscitato qualche perplessità, unite al fatto che quando viene cambiato un frontman come accaduto con
Daniel Botti, rimpiazzato da
Giuseppe "Rex" Caruso degli Ira, può accadere che la band per non correre il rischio di autocitarsi tenti una sorta di rinnovamento nel proprio sound.
Così è stato anche per i grandi
Node di
Gary D'Eramo, quasi 20 anni di musica estrema italiana, che dopo capitoli di assoluta eccellenza come "
Das Kapital" e "
As God Kills" giungono al quinto album, ancora una volta sotto l'ala protettrice della
Scarlet Records.
Sin dall'iniziale "
100% Hate" si intuisce la volontà della band di distanziarsi leggermente da quel death metal tecnico di partenza, stemperato ormai abbondantemente con una componente hardcore sempre più massiccia ed ingombrante, carica di groove e di influenze modern che potrebbero spiazzare i fan di vecchia data del combo meneghino, oggi divenuto in quintetto alla luce degli avvenuti cambi di formazione.
In quest'ottica le vocals di Rex sono perfette, molto "panterose e grasse" come il genere richiede, ma a patto che questo stile sia apprezzato dall'ascoltatore è richiesto un certo tempo per l'adattamento.
Dal punto di vista del songwriting e dell'esecuzione nulla da dire, i Node sono ormai degli autentici professionisti in questo senso ed ogni brano è assolutamente convincente, specialmente quelli con un mood più melodico di sottofondo, come la bella "
This Ocean" e "
All My Faults", senza dimenticare l'assalto frontale offerto dalla già citata opener e la terremotante "
New Order", in cui si apprezza il lavoro dell'altro neo-entrato, il chitarrista
Andy "Attila" Caniato; da notare i riffs molto alla Sepultura del periodo "Chaos A.D./Roots", testimoniati da brani come "
The White is Burning", decisamente in linea con la band brasiliana di allora.
Da segnalare inoltre la convincente cover di "
Rebel Yell" di
Billy Idol, mentre impeccabili come al solito sono la produzione, con tanto di mastering ad opera di
Goran Finnberg ai Mastering Room in Svezia, e la splendida copertina di
Seldon Hunt, già al lavoro con Neurosis, Isis e The Ocean.
In definitiva "
In The End Everything Is A Gag" è un album qualitativamente alla "Node", ovvero curatissimo sotto ogni aspetto, ma che soffre di una virata di stile troppo evidente a favore di sonorità che non sempre si sposano con quanto fatto fino ad oggi, facendo un po' rimpiangere il death/thrash tecnico proposto in tutti questi anni.
Vedremo in futuro se la band limerà quanto fatto in questo disco, confermandone le intenzioni, o se ci sarà un brusco comeback sulle vecchie posizioni.
Nel frattempo possiamo comunque plaudere ad una delle realtà più belle del panorama estremo italico che dopo tutti questi anni continua a macinare imperterrita musica di qualità.
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