Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:52 min.
Etichetta:Mascot
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. EVERMORE
  2. ILLUSION
  3. ARACHNOPHOBIAC
  4. ROCK AND ROLL BELIEVER
  5. INTO THE SANDS OF TIME
  6. WEATHERVANE
  7. OVER NOW
  8. ONE WORLD
  9. BREAK THE CYCLE
  10. ALIVE
  11. FATAL STRIKE

Line up

  • Chris Logan: vocals
  • Michael Schenker: guitars
  • Stu Hamm: bass
  • Jeremy Colson: drums

Voto medio utenti

Instancabile e attivissimo chitarrista, Michael Schenker aggiunge un altro capitolo alla sua personale sconfinata discografia con questo Arachnophobiac, il nuovo album targato MSG.
Un nuovo episodio di hard rock venato di blues sulla strada alla quale il chitarrista ci ha abituato nel corso di tutti questi anni. Nuova formazione nella quale mantiene il suo posto Chris Logan alla voce, mentre i nuovi acquisti sono rappresentati da Stu Hamm al basso e Jeremy Colson alla batteria, due nomi di certo noti all'interno del genere per le passate collaborazioni con Steve Vai e Joe Satriani. Cambio anche di etichetta, la Mascot Records (la stessa di altri chitarristi quali Paul Gilbert e Marty Friedman), ma in sostanza ben poco cambia nel sound della band, fatto che in questo caso non può che essere un bene e una garanzia sulla qualità del prodotto.
Da brani di classico hard rock quali la title-track (pericolosamente vicina a "Holy Diver" di Dio) si passa a episodi molto più blues come "Weathervane" di forte stampo seventies, il tutto caratterizzato dal passionale ed espressivo lavoro alla chitarra di Schenker.
Buono anche il lavoro vocale di Logan, dalla timbrica calda e avvolgente, ancor più in risalto nelle ballad quali "Over Now", dove contribuisce a creare un'atmosfera ancor più nostalgica ed espressiva. Sulla stessa scia si collocano "Alive", l'episodio più tirato del disco o "Rock And Roll Believer", tra le song meglio riuscite di un album comunque godibile nel suo complesso.
Unico appunto va fatto alla qualità della produzione, poco brillante e cristallina, non in grado di valorizzare i singoli strumenti e la chitarra soprattutto. Per il resto siamo davanti ad un ennesimo valido disco di hard rock, ispirato e suonato ad arte da parte di una leggenda vivente di questa musica.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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