Terzo album per i Mothercare, band autodefinita pain-core metal formata da quattro Veneti scalmanati che riescono a portare con loro in sala di registrazione un certo Mark Greenway, per tutti ‘Barney’ singer dei mitici Napalm Death che duetta con la grintosissima voce dell’amico Guillermo Gonzales, frontman della band Veronese, subito nella prima potentissima ‘Copy/Paste’, song mai stata più adatta ad essere la opening di un disco.
L’album si presenta duro, grezzo e molto violento, e per facilitarsi l’opera la band fa entrare in studio anche Enrico Giannone, leader degli Undertakers (Brutal never die n.d.a. ), nella bellissima Chissoku resa dalla sua voce ancora più cattiva ed imponente.
Si riconosce una certa influenza di quella che è stata la scuola Death anni 90, nota di merito per quelli che sono i miei gusti musicali, riconosciuta nei riff e nello stile del chitarrista Mirko Nosari ed in quello del bassista Rudy Zantedeschi in una sorta di Nu-Death Metal correlato ogni tanto da ritmiche tribali create dalle percussioni del batterista Mauro Zavattieri che fanno tornare in mente ‘Roots’ dei Sepultura, specialmente nella canzone dal titolo ‘Freedom Bondage’, senza opprimere troppo l’orecchio dell’ascoltatore con ammennicoli vari come avevano fatto i quattro brasiliani.
"Breathing Instructions" è insomma un album studiato molto bene, l’idea di inserire testi in Japanese poi è geniale (anche se ultimamente il Giappone sta entrando un po troppo nella mia testa), ricco di ospiti e di rabbia: di sicuro sarà ascoltato piacevolmente anche dai Deathster più incalliti!
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