Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:60 min.
Etichetta:Roadrunner Records

Tracklist

  1. THE HELL IN ME
  2. BEYOND THE FLAMES
  3. NEW AWAKENING
  4. IN DUE TIME
  5. A TRIBUTE TO THE FALLEN
  6. THE TURNING POINT
  7. ALL THAT WE HAVE
  8. YOU DON’T BLEED FOR ME
  9. THE CALL
  10. NO END IN SIGHT
  11. ALWAYS
  12. TIME WILL NOT REMAIN

Line up

  • Jesse Leach: vocals
  • Adam Dutkiewicz: guitars
  • Joel Stroetzel: guitars
  • Mike D'Antonio: basso
  • Justin Foley: drums

Voto medio utenti

Disarm The Descent, ovvero il disco del ritorno, fortemente voluto anche da Dutkiewicz, del primo singer della band Jesse Leach, con Howard Jones dimissionario a causa del diabete che lo ha colpito. Puntare l'attenzione su quale dei due cantanti sia meglio è, a mio parere, inutile, data la qualità elevata di entrambi e lo stile vocale estremamente simile adottato, un misto fra feroci urla hard core e parti melodiche e pulite. Piuttosto, bisogna focalizzarsi sulla parte musicale, per capire se la qualità è risalita, dopo due album poco ispirati come As Daylight Dies e l'omonimo del 2009. La risposta è ni. Disarm The Descent è indubbiamente superiore ai due titoli sopracitati: è un tiratissimo, roccioso hard core con un songwriting rifinito ed
arricchito da fraseggi chitarristici heavy metal e puntate nel thrash. I ritornelli sono quelli a cui siamo abituati, melodici ed orecchiabili. E' evidente il suo guardare come punto di riferimento al debut del 2000 ed ai successivi Alive Or Just Breathing e The End of Heartache, da considerare fra i classici del metalcore, di cui hanno contribuito ad identificare le coordinate. Il problema è tutto qui: all'epoca in cui sono usciti, quei tre lavori proponevano qualcosa di nuovo, poi le case discografiche hanno capito il potenziale commerciale di quel genere, investendo il mercato di bands più o meno simili, più o meno valide, spesso spiccatamente commerciali, fino a saturare il mercato e le orecchie di quanti ora hanno attacchi di orticaria, solo a sentir pronunciare la parola metalcore. E visto che certe sonorità non sono più nuove, ma sono state ripetute in tutte le salse, l'unico modo per uscirne davvero vivi e non just breathing è evolversi e cercare nuove soluzioni musicali. Questo Disarm The Descent non lo fa, limitandosi a ripetere stilemi ormai consolidati, senza arrivare ai vertici dei primi tre albums. Fra brani molto azzeccati, come You Don't Bleed for Me o The Hell in Me, e cadute di tono, spesso la band tende a ripetersi e l'impressione è che quattordici brani siano troppi. In definitiva: un lavoro valido, non un capolavoro. I fan lo apprezzeranno, gli altri continueranno con la loro orticaria.
Recensione a cura di Laura Archini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 giu 2013 alle 09:52

La parabola c'è stata eccome, e questo è un primo segno di risalita...

Inserito il 13 giu 2013 alle 09:36

D'accordo con il Graz, molto meglio Jesse di Jones. E infatti il primo album è un capolavoro irripetibile. D'accordo anche con la recensione, non è male come album ma al quarto ascolto già stanca ed è un po' troppo melodico per i miei gusti.

Inserito il 13 giu 2013 alle 00:24

la penso all'opposto, ho smesso di seguirli non appena jones è entrato in formazione... questo nuovo non l'ho ascoltato però

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