Un album che sembra saltar fuori dai meravigliosi anni ’80, questo secondo dei finlandesi
Human Temple, formazione con alle spalle solo un debut targato 2004, e famosa in patria per annoverare tra le sue fila
Janne Hurme, sorta di idolo pop in patria, misconosciuto ma dotato cantante per il resto del mondo. E così, nonostante la provenienza geografica e la oscura ma bellissima copertina, tornano gli Human Temple con un album che è puro AOR anni ’80, quindi tutto chitarre e tastiere a rincorrersi, su linee vocali ariose e molto melodiche. La band suona molto bene, seppur invischiata in un genere al quale non apporta il benché minimo aggiornamento; ciò nonostante, questo “Murder of Crows” si ascolta molto piacevolmente. Da segnalare la bella opener “
Not my fault”, la Europe-oriented “
Just One Night”, una “
Promised Land” che mescola abilmente metal e country (e che ricorda qualcosa dei passati Royal Hunt); “
Lie” ha delle tastiere enormi ma un riffing trascinante, mentre il picco lo si raggiunge forse con “
Ghost of You”, molto Allen-Lande come stile, e cantata benissimo da un signor cantante.
Curioso come in line-up ufficale la band non presenti nessun chitarrista, riportando però alle ritmiche Petri Ilvonen, ed una quantità di guests ai vari solos, tra cui Jani Liimatainen e Erkka Korhonen.
Insomma, un bel disco AOR, con venature decisamente metal, finlandese solo all’anagrafe. Un ascolto piacevole, un acquisto consigliato solo ad estimatori del genere.
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