In pieno disaccordo col mio esimio collega
Michele Marando, peraltro pluriennale esperto di power metal ed affini, dimostrando dunque che più di ogni altra cosa la musica è un fattore a dir poco soggettivo per quanto riguarda gusti ed apprezzamento, mi accingo a "difenderne a spada tratta" l'operato, dopo essermi avvicinato in maniera molto interessata a questi
Royal Jester, giunti al debutto "
Night Is Young" tramite la nostrana
Scarlet Records, avendo letto come fonti di ispirazione per i giovani virgulti scandinavi bands da me idolatrate come
Helloween, Gamma Ray, Edguy, Freedom Call e primi Nocturnal Rites: che altro c'è di meglio per la mai saziabile fame del sottoscritto di power metal europeo?
Devo ammettere che la mia curiosità è stata ampiamente ripagata dato che ho trovato nei
Royal Jester una freschezza compositiva veramente inaspettata e travolgente: come detto nell'opinione in calce al disco stesso, i nostri non inventano nulla e d'altronde nel power meno si inventa e meglio è: le melodie sono molto belle ed accattivanti, la voce del bravo singer
Mattias Lindberg possiede un colore particolare e l'atmosfera dei brani in generale non così "
happy" come potrebbe sembrare dopo un primo e distratto ascolto, anzi c'è quel velo di tristezza nelle loro composizioni che rende il risultato finale sinceramente oltremodo apprezzabile e coinvolgente.
Tranne casi lampanti in cui la componente di lode ed esaltazione è spinta ai massimi livelli (mancano solo le trombette gloriose di "
Eagle Fly Free") come l'opener "
Night is Young" e la stratovariusana "
Wings of Tomorrow" - oggetivamente abusatissima nel chorus, ma chi se ne frega - , le ambientazioni vagamente sinistre di canzoni come l'inquieta mid-tempos "
Born Again" (davvero bella!) e la malevola "
The New Order", dotata di linee vocali semplici ma dannatamente funzionanti, cosa che ad esempio non riesce più da tempo ai Sonata Arctica, sono gli elementi di maggior pregio di un album a cui va data più di una chance poichè i Royal Jester hanno tutti gli elementi per emergere dal marasma attuale del panorama power europeo, in risalita ma non ancora in piena salute; per un riferimento il più veritiero possibile possiamo accostarli ai sottovalutati
Supreme Majesty di "
Tales of a Tragic Kingdom" e di "
Danger", due album molto vicini per spirito e direzione musicale a questo "Night is Young".
Sulle note entusiastiche di altre chicche come l'irresistibile europopmetal di "
Enter the Mist" e la stupefacente "
Royal Jester" con virtuosismi di vecchia scuola Malmsteeniana e cori epici e maestosi, consigliamo a questi quattro svedesoni unicamente di curare meglio la produzione del disco, un po' troppo plasticona e poco profonda, ed un look sinceramente inguardabile, adatto più a bambolotti come gli Him ed i Tokio Hotel.
Per il resto ci raccomandiamo di non muovere di una virgola il loro songwriting e di continuare a portare in alto la bandiera del power metal!