Pertness - From the Beginning to the End

Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2010
Durata:48 min.
Etichetta:Karthago

Tracklist

  1. FROM THE BEGINNING
  2. INVISIBLE CHAINS
  3. FOGGY DEW
  4. BLOOD RAIN
  5. MY PROPHECY
  6. ANOTHER INNOCENT VICTIM
  7. THE LEGACY
  8. DECLINE
  9. WALK ALONE
  10. REMEMBER THEIR FACES
  11. THE END

Line up

  • Tom Schluchter: vocals, guitar
  • Tom Zurbrügg: guitar
  • Pet Biedermann: bass
  • Chris Gutknecht: drums

Voto medio utenti

Nonostante siano in giro da una vita (si parla di 1993 come anno di nascita!) non avevo mai sentito una nota degli svizzeri Pertness, peraltro usciti sul mercato discografico solamente 2 anni fa col debutto "Seven Times Eternity" ed oggi giunti al secondo album "From the Beginning to the End", nuovamente su Karthago Records.
Incuriosito dalla nota biografica che segnalava come influenze i primi Hammerfall, mi sono lanciato all'ascolto dei Pertness riscontrando però delle inesattezze dato che ci troviamo di fronti ad un heavy metal roccioso, di stampo classico, molto più vicino ai Grave Digger (per onestà anche loro citati come fonte) che alle sonorità power metal degli anni d'oro 1997/1998.

Questo certo non significa che i Pertness non risultino interessanti: ovviamente stiamo parlando di una band di seconda fascia, che non approderà mai alle luci della ribalta, che il più delle volte rimarrà sconosciuta anche agli aficionados di queste sonorità, ma che è comunque in grado di scrivere un disco più che onesto e gradevole, che non cambierà la storia del metal ma che si lascia ascoltare con grande facilità e coinvolgimento, grazie alla genuinità delle loro composizioni, la buona prova tecnica della band, l'ottima produzione, e la prestazione dietro al microfono del chitarrista Tom Schluchter, dotato di una voce ruvida più alla Persuader che alla Boltendahl, comunque al di fuori dei canoni "sirena antiaerea" del power metal europeo.

Brani sopra la media come "Blood Rain", "My Prophecy", l'iniziale "From the Beginning" sono testimoni di un disco che sebbene non abbia grandi velleità potrebbe risultare una graditissima sorpresa per tutti gli amanti dell'heavy classico con tocchi folk e power qua e là, decisamente roccioso ed energico come solo gli anni '80 ci hanno insegnato.

Un plauso a questi svizzeri, onesti mestieranti e forse anche qualcosa di più!

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 apr 2010 alle 23:45

devo segnalarti che nel resto dell'album ce ne sono molti di meno o a volte anche assenti del tutto

Inserito il 18 apr 2010 alle 12:42

se solo eliminassero quegli elementi folk così banali e stra-abusati non sarebbero male

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