Ammettiamolo, chi di voi non tira ad indovinare l’indirizzo stilistico di un gruppo già dal nome, dal titolo dell’album o dalla copertina? Penso che chi più chi meno tutti l’abbiamo fatto almeno una volta nella vita. Beh, nel caso del cd in questione mi sono trovato leggermente in difficoltà.
Land Of Mordor, il nome della band, rimanda inequivocabilmente a Tolkien, quindi power metal a manetta, però la copertina è particolarmente oscura per gli standard del tipico gruppo powerone. Giochetti a parte, una volta inserito il cd nel lettore si ha, sì, la conferma che i nostri si cimentano con questo genere, però con inserzioni di altro tipo, come per esempio i tastieroni gothicheggianti o la voce urlata del singer Alex, che poi, alla fin fine, risulterà essere l’elemento meno valido di tutto il combo spagnolo, non sempre affine alle sonorità proposte, che, per inciso, confermano i toni oscuri della copertina. Solo cinque i brani proposti, visto che la sesta traccia è la single version della quinta, che vede in qualità di ospite Elisa C. Martin, singer dei Dreamaker, ma nota ai più per i suoi trascorsi nei ben più validi e conosciuti Dark Moor. È “Crimson peace” ad aprire le danze, con richiami ai Children Of Bodom meno irruenti, e un pessimo lavoro del povero Alex dietro il microfono. Il che risolleva l’annosa questione dei singer spagnoli: possibile che non ce ne sia uno veramente all’altezza degli altri colleghi europei? Si prosegue con “Russia”, uno dei brani migliori di questo demo insieme alla successiva “Unholy terror comes”. Nel caso della prima song ci troviamo di fronte a un buon pezzo, arricchito da diversi cambi di tempo, mentre per la seconda possiamo finalmente parlare di power metal più propriamente detto, pur se dai toni oscuri che richiamano ancora una volta alla mente la band di Alexi Lahio. Ed è in questi frangenti che la band convince di più. Sarà anche più banale come proposta, ma è sicuramente meglio del calderone di “Crimson peace” o dello pseudo gothic di “A kiss of hope”. Insomma, è inutile girarci ancora molto intorno… non bastano una buona produzione o una buona tecnica esecutiva per fare dei brani vincenti, né tanto meno l’ospitata di rilievo. I Land Of Mordor hanno ancora molto da lavorare, e la sufficienza è solo per una sorta di simpatia a pelle…
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