Non ne vogliono proprio sapere i
Sick Of It All di appendere le bandane al chiodo… E così in questo 2010 già ricco di ottime uscite discografiche, ecco arrivare anche il loro nuovo album, “Based on a true story”. Cos’è cambiato in casa SOIA? Sostanzialmente nulla, visto che la band continua a picchiare duro come fa ormai da quasi venticinque anni. Introdotto da una copertina sicuramente in stile con la loro proposta ma al tempo stesso anche relativamente bruttina, il nono album della band dei fratelli Koller mette subito in chiaro come stanno le cose fin dalla prima e terremotante “Death or jail”: l’hardcore dei nostri è vivo e vegeto, e più in forma che mai. Il sound è sempre più potente, e suona molto live, tant’è che sembra quasi di assistere ad un loro show dal vivo durante l’ascolto dell’album. Chi di voi, come me, ha avuto l’opportunità di vedere la band on stage, sa quanta carica e cattiveria riesce a sprigionare: “We’re Sick Of It All from New York City”, e via al massacro, tra cori, salti, e pogo selvaggio. Beh, generalmente la violenza in studio è più contenuta, ma non in questo caso: la già citata “Death or jail”, “The divide”, “Bent outta shape”, tutti brani rabbiosi, che dimostrano come per i nostri non sia calata di un’oncia la voglia di denuncia e di ribellione, espressa, come sempre, con un hardcore tipicamente newyorkese, e con un sound sempre più massiccio, quasi ai limiti del metal, e con la voce di Lou a vomitare rabbia nelle vostre orecchie… Quattordici brani, quattordici schegge impazzite, senza briglia, brevi, dirette, in your face, come è tradizione della band. E se qualcuno può pensare che dopo più di vent’anni l’ispirazione sia scemata, si sbaglia di grosso. “Based on a true story” suona fresco e ispirato come se chi l’ha composto fosse ancora un ragazzino incazzato e la voglia di spaccare il mondo fosse il suo unico obiettivo. E basta ascoltare “Lowest common denominator”, “Long as she standing”, “Watch it burn” o l’ironica “Good cop” per capire cosa intendo dire. Ovviamente è inutile sottolineare che se siete tra quelli che speravano in un rinnovamento dello stile del gruppo cascate malissimo, visto che i SOIA non hanno spostato di un millimetro la loro proposta musicale, e per fortuna aggiungerei io, visto che i loro fans questo si aspettano da loro, solo tanto nichilismo, tanta rabbia, tanta coerenza e soprattutto tanta attitudine, e vi assicuro che c’è tutto questo nei solchi dei brani presenti nell’album. Poco altro da aggiungere… Il lieve scetticismo che avevo prima di ascoltare il disco è stato letteralmente spazzato via da una band più in tiro che mai, alla faccia di chi li considera solo vecchie cariatidi pronte alla pensione. I SOIA spaccano ancora il culo, e questo “Based on a true story” è il miglior biglietto da visita che possono avere per dimostrarlo ancora una volta in giro per i palchi di tutto il mondo. NYHC!!
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