Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:49 min.
Etichetta:Hammerheart
Distribuzione:Adrenaline

Tracklist

  1. TERRITORY LOSS
  2. WHEN THE SUNSET FOREVER FADES
  3. NEEDLEWORK
  4. WHERE PAIN NEVER DIES
  5. AUTUMN, SOMBRE AUTUMN
  6. BURN
  7. POEMS
  8. OPERA OF THE DAMNED
  9. THE EVERDAWN
  10. NIGHTBORN
  11. THE SILENT WINTER SKY
  12. OPERA OF THE DAMNED

Line up

  • Pierre Törnkvist: vocals, guitars
  • Patrik Törnkvist: guitars
  • Niklas Svensson: bass
  • Oskar Karlsson: drums

Voto medio utenti

Buonissima idea quella della Hammereart Records di ri-pubblicare questo disco dei The Everdawn, comprendente le 4 tracce del loro primo mini (come nell'originale versione giapponese). Senza una bio completa, è difficile ricostruire il passato di questi ragazzi svedesi, nè tantomeno capire dove siano "finiti" adesso. Le uniche notizie che sono riuscito a spulciare dalla rete sono la line-up originale e la discografia, formata dai soli "Opera of the Damned" (il mini del 1996) e questo "Poems Burn the Past" del 1997. E' un peccato non avere ulteriori notizie perchè siamo di fronte a uno di quei dischi che sono alla base del classico swedish death metal, uscito quando il genere appena esplodeva, grazie alle conferme di band come At the Gates, Dismember, ecc. E' proprio ai primi che questi The Everdawn devono la loro grinta e il loro approccio al songwriting, sempre convincente ed emozionale. Gli At the Gates hanno lasciato ai propri conterranei un'eredità senza precedenti...un sound unico, violento ma squisitamente melodico ed accattivante; ed è proprio così che si possono descrivere questi The Everdawn. Canzoni veloci, corte e melodiche quanto basta. I riff di chitarra sono figli del mitico "Slaughter of the Soul" e hanno quel falvour che solo i migliori dischi di death metal melodico riescono a trasmettere. Alle veloci sfuriate di chitarra/batteria in tipico stile thrash, si alternano mid tempo melodici, soli di chitarra e ogni tanto chitarre pulite. Al contrario di altre band del genere, si può notare una lieve differenza nel cantanto, meno screamy ma più vicino a cantanti come Mille Petrozza dei Kreator. Se non avete già una copia di "Poems Burn the Past", canzoni stupende come "Needlework", "Territory Loss", "Burn" (estremamente commerciale e cadenzata) o la fanatstica "Poems" vi faranno convincere che questo pezzo di storia non può mancare alla vostra collezione. Da lodare ancora l'ottimo lavoro della Hammerheart che ha arricchito il cd con testi, foto ed un artwork completamente nuovo. Un acquisto consigliatissimo, in attesa che questa band ritorni fra noi (anche se non ne sarei così sicuro...che peccato!).
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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