A tre anni dal precedente "Vortex", gli
Stige si ripresentano con il loro terzo lavoro, l'EP "Christmorphosis" e sopratutto con una line-up rivoluzionata, con il solo batterista Peppone a tenere vivo il legame con la formazione originale.
Sebbene non manchino diversi rimandi al Thrash (in alcuni dei passaggi di "Century's Illness" sembra di risentire i primissimi Kreator), sopratutto nelle chitarre e più che altro nella parte iniziale di alcuni brani, la musica proposta da questo quintetto sembra emergere dalle spire di un Death Metal pesante ed ossessivo ereditato da gruppi come Six Feet Under, Cannibal Corpse o Suffocation.
Brani come la titletrack o "Unjust Life" lasciano all'ascoltatore ben poco passo per pensare: ti sommergono con un drumming devastante, riffs sparati a mille e guidati dalla voce bassa, cupa ed aggressiva di Marco, al quale si può lamentare solo la mancanza di un pizzico di dinamicità in più.
La partenza thrasheggiante di "Reign of Hypocrisy" o di "State of Confusion" (con un pizzico di melodia nel guitarwork), e sopratutto la maligna e paludosa "Stige" confermano la sensazione che variando maggiormente sul tema, gli Stige possano fare un ulteriore salto di qualità.
Già, perchè "Christmorphosis" è indubbiamente già un bel passo avanti rispetto al precedente "Vortex", sia per la discreta registrazione sia per un sound che ora si è meglio delineato.
Avanti così.
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