Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:42 min.
Etichetta:Roadrunner

Tracklist

  1. EAT ME UP ALIVE
  2. BEST OF ME
  3. A LITTLE TOO MUCH
  4. LOOK OUT BELOW
  5. LAST CALL
  6. LOST WEEKEND
  7. AS GOOD AS IT GETS
  8. GARDEN OF EDEN
  9. TAKE A BIG BITE
  10. TAKE ME HOME
  11. DON'T LET GO

Line up

  • Stephen Pearcy - Vocals
  • Warren DeMartini - Guitar
  • Carlos Cavazo - Guitar
  • Robbie Crane - Bass
  • Bobby Blotzer - Drums

Voto medio utenti

Il nuovo disco dei RATT s’è presentato molto in sordina tra i miei ascolti. L’ho, infatti, inserito nel lettore più per noia delle “solite cose” che per reale interesse nei confronti di un gruppo discograficamente in naftalina da 11 anni.
Sarà per l’assenza d’attese nei suoi confronti, ma quest’album scorre via che è una bellezza, dimostrando una solidità complessiva invidiabile, soprattutto a fronte di un quartetto iniziale che pare uscire direttamente dai tempi d’oro della scena hard & heavy statunitense. Per capirci, sono di fronte a un lavoro che, una volta ascoltato, fa venire voglia di rimettere in cuffia un po’ tutti i classici del genere. A scanso d’equivoci, preciso che non parlo della consueta pubblicazione vintage da periodi di reunion. Infestation, infatti, pur facendo riferimento a una tradizione precisa è formato da brani “svecchiati” dalla ben bilanciata produzione di Michael Baskette (che per i suoi trascorsi ha del miracoloso) e dallo stile di Carlos Cavazo, che ha portato in seno al gruppo una ventata di US Metal di notevole valore, perfettamente in sintonia con la sezione ritmica precisa e mai monotona, valorizzata con grande maestria da DeMartini, che non piazza mai un assolo fuori posto per tutta la durata del disco.
Considerando l’età anagrafica del gruppo si potrebbe andare a cercare il tallone d’Achille di quest’album nella voce di Pearcy che, invece, non fa assolutamente una piega fornendo, anzi, il più tangibile collegamento con quel passato stradaiolo tanto caro al rock californiano della seconda metà degli anni ’80.
In conclusione, non c’è proprio alcun motivo per cui Infestation non debba finire nella collezione di ogni amante dell’hard & heavy che si rispetti.
Recensione a cura di Luca 'Orphen' Recla

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Inserito il 17 mag 2010 alle 10:00

sono come il buon vino, migliorati con l'età ed hanno scritto il loro miglior album di sempre

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