Ai più potrà sembrare un'esagerazione ma attendevamo questo nuovo album dei
Kurnalcool con molta più trepidazione rispetto a quella riservata ai "mostri sacri" del metallo, quali
Iron Maiden, Slayer e Metallica, giusto per fare qualche nome, dai quali da un bel po' di anni non ci aspettiamo più nulla se non tanta noia ed un po' di mestiere, perlomeno dal vivo.
Molto meglio dedicarsi a chi ha ancora voglia di dire qualcosa, siano essi giovani gruppi (
Keldian), navigati (
Persuader) o addirittura veterani della scena, come appunto i marchigiani
Kurnalcool che sin dal 1986 calcano i palchi italiani, tra esordi fatti di leggendari demotapes ed una successiva reunion che ha portato tanta buona musica attraverso i cinque cd, di cui due live album, tra cui l'ultimo "
Takki a Beve" datato 2003.
Ci sono voluti ben 7 anni per partorire il sesto album, chiamato genialmente "
VI" ma l'attesa è stata ripagata in pieno e la soddisfazione è andata decisamente oltre quello che era lecito attendersi; senza dubbio "
VI" è il disco più bello, maturo e riuscito della discografia dei Kurnalcool.
Non c'è bisogno di scomodare o sottovalutare gli storici "
Bumba Atomika" o "
Stand By Vì", inossidabili nonostante il passare degli anni, o l'allegro e frizzante hardrockeggiante "Takki a Beve", ma semplicemente la nuova creatura del sestetto ha raggiunto un livello musicale mai toccato prima, frutto di tanta esperienza acquisita in questi anni, della voglia di musica con la M maiuscola, e sicuramente dei nuovi giovani innesti che hanno saputo riportare entusiasmo tra i "vecchietti"
John Big George e
Ricky Tyger Bigwhite alla voce e
Michael Trilling alla chitarra.
Rispetto al disco precedente c'è stato solo un cambio nella lineup, consistente nell'entrata di
Mark Nardiello al posto del dimissionario
Johnny Cecotto, ma è immediatamente riscontrabile una virata nella direzione musicale intrapresa questa volta dai Kurnalcool, molto più allineati su sonorità metal, quasi thrash, come quelle dell'esordio "Bumba Atomika"; un disco sicuramente nel suo complesso più pesante e diretto, ma non privo di episodi più leggeri, come il singolo "
Reperibilità" (di cui potete vedere lo splendido videoclip in calce a questa recensione), "
Sa d'Anic", brano schierato contro quello che è diventato il fastidioso costume dell'aperitivo moderno, e l'irresistibile e catchy "
Fave Vì e Pegorì", dedicata al leggendario
Juvo, da sempre "muso ispiratore" della band di Falconara.
D'altra parte, come detto, non mancano sferzate decisamente metal come la stupenda titletrack posta in apertura, la seguente "
Kurnakkiò" e "
Provace Te", già da qualche tempo presenti nelle scalette sciorinate nelle date live, la scatenata "
Pampera" e "
Tetedeturpi", proposta in due versioni, di cui quella finale, la "reprise", assolutamente fantastica.
Degne di particolare menzione sono "
T'hai Dada'dafà" e "
Metal Mezzadro", che al primo ascolto non ci avevano convinto del tutto ma che nel giro di un paio di ascolti sono velocemente divenute le nostre preferite, anche grazie a dei testi davvero pungenti e reali, mentre non c'è bisogno di tempo supplementare per rendersi conto che "
Propellente Libero", con la sua energia coinvolgente ed un chorus perfetto, è già divenuta un classico, un vero cavallo di battaglia.
Si pesca anche nel glorioso passato dei demo dei Kurnalcool, con "
I Wanna Tazz" che è ovviamente "I Wanna Rock" dei
Twisted Sister, primo brano del primissimo demo "Bumba Atomika" datato 1986, passando per l'altra cover "
Rapida della Madonna", ovvero "Rapid Fire" dei
Priest, mentre gli aficionados saranno contenti di ritrovare quella "
Metal Vernaccia" del 1989 riproposta tirata a lucido: una galoppata thrash metal in pieno viso che ricorda i migliori
Testament e che non avrebbe nulla da invidiare ai grandi nomi mondiali del genere, anzi, oggi come oggi farebbe decisamente da insegnamento...
In definitiva un disco che ci ha assolutamente sorpresi per qualità ed abilità musicali dimostrate dai sei marchigiani, nonostante fossimo bendisposti ed a conoscenza delle loro doti, ma qui siamo andati decisamente oltre: "
VI" è un disco che non va solo consigliato a chi già conosce ed apprezza i
Kurnalcool per le loro doti ironiche e di divertimento, ma è decisamente e caldamente indicato per tutti coloro che amano il Metal con la M maiuscola, suonato bene e pensato meglio: difficilmente oggigiorno si trova di meglio in giro, e non solamente in Italia.
Perlomeno fino a questo momento, senza competizione alcuna, disco dell'anno senza se e senza ma.