La storia di questo progetto musicale australiano chiamato
Drowning The Light è decisamente particolare: la sua discografia è praticamente sterminata. Tra album, split, mini-cd... e via discorrendo si perde tranquillamente il conto. Adesso ci pensa la nostrana Avantgarde Music a mettere le cose un po' in chiaro producendo (e dando maggiore visibilità) l'ultimo disco in ordine cronologico intitolato
An Alignment Of Dead Stars, e va subito detto che la proposta sonora contenuta in questo album è da indirizzarsi esclusivamente agli appassionati e ai devoti fino al midollo osseo, insomma quelli che vivono solo in funzione del Black Metal, basta che rispecchi i soliti stilemi del trucco in faccia, delle foreste e di tutto quell'immaginario esoterico/funereo che pare non smettere mai di intrigare. Musicalmente parlando Drowning The Light si esprime su coordinate che poggiano le fondamenta fra il Black Metal di stampo tipicamente norvegese e il metallo nero vagamente Depressive che rimanda agli USA. La proposta è sicuramente intrigante, la sua eccessiva durata un po' meno; si poteva ottenere un risultato in termini qualitativi più alto togliendo del tutto alcune canzoni che fungono solo che da riempitivo, però non è andata così e fra estenuanti marce ripetitive e ipnotiche si fanno avanti nella nebbia anche discrete canzoni come nel caso di The Cult Of Shadows, Sound The Battle Horn e la title track, tutte poste strategicamente all'inizio. Ovviamente. An Alignment Of Dead Stars è un disco che possiede un qualcosa di mistico e freddo, di molto cupo e funereo, purtroppo spezzato ogni tanto nelle atmosfere dalla famosa ed eccessiva durata di cui sopra. La nostrana Avantgarde ci avrà visto qualcosa di buono, e non a torto, speriamo soltanto che nel futuro Azgorh (il titolare del progetto) sappia fare una maggiore sintesi delle sue intuizioni.
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