The Glitterati: un monicker che è già una garanzia! Di certo, approcciandovi a questa recensione, sapete che non state per leggere di una black metal band finlandese!
Il five-piece proviene da Leeds, nell’amata Inghilterra, e si propone qui con il suo secondo lavoro, prodotto e mixato da
Matt Hyde (Slipknot, Bullet For My Valentine, ecc.). E le cose sono chiare sin dalle prime note dell’opener “
Right from the Start”: i ragazzi sono cresciuti a pane e Guns’n’Roses, Motley Crue e chi più ne ha più ne metta! Poco dopo, spulciando nella loro bio, scopro che il loro primo ed omonimo album è stato prodotto da
Mike Clink (“Appetite for Destruction”, tra gli altri), e che l’idolo personale del chitarrista John Emsley è Slash… troppo facile.
Il disco suona dannatamente bene, con la coppia iniziale
“Right from the start” / “Fucks me up” a settare il mood, due pezzi veloci e tutti attitude e rock’n’roll fino alla morte. I brani si susseguono in piacevole alternarsi di mid e up tempos, anche se, quando rallentano, i nostri Gliterrati perdono un po’ della loro carica esplosiva, che me li ha resi da subito simpatici. Il singolo “
Fight Fight Fight” è comunque un anthem a tutti gli effetti, molto radio friendly ma non per questo meno energico e accelerato, così come la bella e ruffiana “
You can be so cruel”. Molto, molto belli i suoni e le scelte chitarristiche di John, sostenuto da una sezione ritmica a tre, costante e robusta. Anche quando scivolano nel lentone di turno, “
Shanty”, il bravo Paul Gautrey non perde quella malizia nella voce che me lo fa avvicinare a Steven Tyler (non certo nell’estensione).
Un disco che non fa gridare al miracolo, insomma, ma che evidenzia le buone qualità di una band che sa il fatto suo. I Glitterati, peraltro, hanno appena concluso un tour con i WASP di Blackie Lawless, come dire, robetta. Giovanotti di belle speranze, per un disco piacevole e ben suonato. Well done.
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