Thunderstorm, una band italiana dal nome "epico" che però porta fuori strada. Verrebbe, infatti, da aspettarsi una dose di Power Melodico dai forti connotati epici/sinfonici.. invece no! I tre (ora quattro) ragazzi che compongono il gruppo sono rapportabili a Trouble (tantissimo) St.Vitus e Candlemass, quindi nella tradizione dei Black Sabbath. Non si tratta nemmeno di una band alle prima armi, i
Thunderstorm sono attivi sin dai primi anni'90, quando hanno realizzato due demotapes maggiormente orientati verso il metal classico. Cambi di formazione e la svolta in territori doom, hanno portato poi ad un cambio di nick, e cosi come Sad Symphony incidono un demo autointitolato, che è stato molto apprezzato e che ha portato la band a firmare per la
Northwind Record. Ecco allora che esce il loro debut album intitolato appunto "
Sad Symphony", ma la band cambia nuovamente nome, tornando al vecchio
Thunderstorm.
Forse mi sono dilungato troppo sul passato, ed è tempo di parlare della musica, 50 minuti per nove brani, dove, come accennato in precedenza, le atmosfere sono cupe e doomeggianti, ma non manca il cosiddetto "tiro". Il riff ipnotico e lugubre di "
Ascension" c'introduce al disco ed alla prima vera canzone "
Dark Knight", un brano compatto e granitico, dove
Fabio "Thunder" oltre ad una buona prestazione alla chitarra si rivela in possesso di un ottima voce. Se musicalmente possono ricordare i Trouble, a livello vocale
Fabio si distingue da Eric Wagner per un tono più profondo. Segue la canzone che preferisco: "
Time" inizialmente più ariosa della precedente, in seguito parti rocciose (quasi thrash) si alternano a dei momenti rallentati in cui mi sembra di sentire i My Dying Bride più tristi, se non fosse per l'interpretazione vocale di
Fabio, meno straziante di quella di Aaron. Spiccatamente Sabbathiana la lunga e fuerea "
The Rite" con Fabio che in alcuni momenti ricorda il buon Ozzy d'annata, e sulla stessa scia abbiamo le successive "
Sphere of Mine", caratterizzata da un riff retrò e "
Vision of Death", brano già noto a chi ha ascoltato i precedente demo della band. "
The Prophecy" è un pezzo più semplice, meno tetro (se non nella parte centrale) e maggiormente aggressivo, con delle belle soluzioni vocali. Prima dello strumentale (un triste pianoforte) posto in chiusura, trova posto la bella title track che ci propone delle chitarre arpeggiate ed il cantato più melodico dell'intero album, e spuntano anche un melanconico violino, una parte vocale filtrata e l'immancabile riff sabbathiano.
L'aspetto gotico dei
Thunderstorm è rispecchiato dall'artwork, un dipinto del pittore Alessandro Mascagno. Anche la produzione è adeguata al sound, con le registrazioni tenutesi (tanto per cambiare) ai New Sin Studios. Spero che i metalhead trovino interesse in un gruppo che si avventura in territori poco battuti, scelta questa coraggiosa, ma che al contempo offre al gruppo qualche possibilità in più di mettersi, meritatamente, in luce (si fa per dire vista l'atmosfera presente sull'album!), diciamo allora in evidenza!
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