I metallari sono una strana razza… dei più giovani preferisco non parlare, potrei quasi diventare offensivo… di quelli, invece, non più di primo pelo mi diverte il fatto che sono sempre e comunque sul piede di guerra, pronti a brontolare perché quest’artista ormai non ha più nulla da offrire, o perché le nuove leve non hanno il carisma dei grandi del passato. In poche parole, non sono mai soddisfatti… Immagino, quindi, che anche in occasione dell’uscita del nuovo disco di
Ozzy Osbourne saranno in molti a stroncarlo per partito preso. Invece “Scream” è un signor disco, sicuramente non paragonabile ai grandi capolavori degli anni ’80, certo, ma è senz’altro il miglior lavoro del Madman dai tempi di “No more tears”. “Scream” è un disco abbastanza vario, in grado di proporre brani più moderni come “Let it die” (non scordiamoci che pur senza snaturare il proprio sound il buon vecchio Ozzy ha sempre avuto un occhio di riguardo per le sonorità del periodo di uscita del suo album), a pezzi più retrò, grazie anche al lavoro spiccatamente old school del nuovo entrato Gus G.
Già, proprio in molti si staranno chiedendo come se l’è cavata il nuovo pupillo dello zio Ozzy. Beh, non è certo una novità che il vecchio singer di Birmingham ha sempre avuto fiuto nello scovare nuovi talenti della sei corde, dal compianto Randy Rhoads a Jake E. Lee a quell’animale da palco che è Zakk Wylde, imberbe fenomeno quando fu pescato e letteralmente dato in pasti ai leoni con l’uscita di “No rest for the wicked”. Fughiamo subito ogni dubbio… pur non avendo ancora una personalità chissà quanto spiccata, il buon Gus si è difeso più che dignitosamente, sfoderando sia riffoni granitici che assoli di gusto e marcatamente retrò. Certo Zakk ha più carisma, ha un suo stile abbastanza inconfondibile, ma diamo una chance a Gus, che di talento ne ha da vendere e può essere promosso a pieni voti, essendo questo il suo esordio con la band.
Tornando al disco, Ozzy risulta particolarmente ispirato, forse anche e soprattutto grazie al fatto che in casa sua si è cambiato aria. Ed effettivamente l’aggettivo che più di altri potrebbe descrivere al meglio l’album è proprio ‘fresco’. Sì, il disco suona frizzante, si lascia ascoltare. E poi ditemi voi, da quanti anni Ozzy non tirava fuori un pezzo ruffiano come “Let me hear you scream”, in grado di piantartisi in testa dal primo ascolto? Forse da “Gets me through”, quindi da una decina di anni… Immaginatevela dal vivo, con tutto il pubblico ad urlare insieme al singer il ritornello del brano… di sicuro effetto… Ma non è solo il singolo a convincere, visto che di brani ben fatti ce ne sono diversi, dalla ballad “Life won’t wait” alla più pimpante “Crucify” all’ottantiana “Fearless” alla granitica e teatrale “I want it more”.
Insomma, con “Scream” Ozzy ha dimostrato di essere ancora in ottima forma e di non aver nessuna intenzione di voler appendere il microfono al chiodo (e il recente concerto di Piazzola sul Brenta ne è stata un’ulteriore conferma). Ma soprattutto (e per fortuna, aggiungerei io) ha dimostrato di non essere solo il burattino nelle mani della moglie che i più giovani hanno imparato a conoscere grazie a quella porcata di reality a cui la sempre più arpia Sharon lo ha costretto a partecipare. La dimensione del Madman è sul palco, non dietro una bastarda telecamera a scimmiottare sé stesso, e questo “Scream” lo dimostra. Abbiamo ancora bisogno del vecchio fottuto folle Ozzy Osbourne, l’heavy metal tutto ne ha bisogno. Alla faccia dei pischelletti che non conoscono i suoi vecchi album e anche di quei brontoloni di cui sopra a cui quasi sicuramente questo “Scream” non piacerà, per i motivi a cui accennavo in apertura di recensione… Beh, a me è piaciuto, e da quello che sto leggendo in giro non sono il solo… A voi il giudizio finale, ma sicuramente non potete lasciare che un disco così, di una leggenda come Ozzy, passi inosservato, almeno un ascolto dovete per forza di cose darglielo…