I newyorchesi
Pro Pain sono ormai dei veterani, festeggiando l’anno prossimo il ventennale della loro formazione, e sono, per questo, oramai molto riconoscibili, avendo elaborato un sound distinguibile e per certi versi prevedibile.
Prevedibile nel senso che quando hai un disco dei
Pro Pain tra le mani sai per certo che sarà una mazzata hardcore/thrash metal come Dio comanda.
Il nuovo “
Absolute Power”, il tredicesimo della loro carriera, riprende i classici stilemi del loro sound anche se mostra sprazzi di maggior respiro compositivo, dove i patterns granitici e quadrati lasciano spazio a fughe chitarristiche che donano varietà al sound.
Non manca (e come potrebbe?) il groove, l’assalto sonoro talvolta claustrofobico, fatto di inni di rabbia e violenza.
L’opener “
Unrestrained” è proprio come te l’aspetteresti, rocciosa, massiccia e incazzata, ma già la successiva “
Destroy The Enemy”, seppure nella brutalità, mostra le caratteristiche di cui sopra.
“
Stand My Ground” vede in veste di guest singer
Schmier dei
Destruction e, manco a dirlo, è forse il pezzo più thrash oriented del disco.
La novità più succosa del disco è, però, “
Gone Rogue (I Apologize)”, un pezzo inaspettatamente melodico e, oserei dire, quasi radio friendly, grazie ad un chorus irresistibile. Davvero il pezzo migliore del disco.
Per il resto il disco è una bella mazzata, un bel concentrato di rabbia e attitudine, e ci ricorda che i
Pro Pain non solo esistono ancora, ma che non hanno alcuna voglia di smettere. Coriacei.
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