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Therion hanno da poco dato alle stampe il loro nuovo album, l'imponenente "Beloved Antichrist". Quale migliore occasione per andare a recuperare la recensione di "
Deggial" uscito giusto ad inizio secolo?
[ ... Una delle prime uscite del nuovo anno è rappresentata dall'ultima opera di una band ormai affermata nel panorama metal, i
Therion. "
Deggial" riprende e perfeziona il discorso iniziato con il precedente "Vovin". Si lo so che nel frattempo era uscito "Crowning Of Atlantis" ma questa uscita, peraltro con la conferma dallo stesso
Johnsson, è da considerare un capitolo a parte, come avvenuto in precedenza con "A'arab Zaraq Lucid Dreaming". Quindi i
Therion, o meglio
Christofer Johnsson, continuano imperterriti sulla strada che ha portato una band di Death Metal, partita dall'ispirazione dei Celtic Frost (a cui deve anche il nome) ad arrivare ad presentarci un sound inconfondibile e decisamente personale, suono che su "
Deggial" si presenta nel migliori dei modi. La parte classica ed orchestrale è ancor più convincente rispetto al passato, grazie anche alla presenza di strumenti musicali veri che in questa occasione hanno sostituito i samplers usati in precedenza. E' proprio la parte orchestrale a far la parte del leone sul CD, passando da atmosfere sognanti a momenti più trascinanti, ma la componente Heavy non è mai trascurata, anche se rispetto al recente passato
Johnsson ha abbandonato certe atmosfere speed presenti su "Vovin" orientandosi verso un Heavy Metal più classico, maggiormente legato alla NWOBHM. Prova lampante è infatti il confronto tra "The Wild Hunt" pezzo presente su "Vovin" e "
Flesh of the Gods" stupenda nona traccia del nuovo CD. Se sul primo, con l'ospite
Ralf Scheeper il brano si era mosso in direzione affine al Power Speed Metal, il brano più recente "arricchito" dalla presenza di
Hansi Kursch, lascia traspirare l'influenza di un Metal più old style, anche se personalmente e soprattutto per le chitarre ho avvertito un pizzico di Running Wild. Ma non è un caso isolato, anche l'intermezzo di "
Eternal Return" dove chitarra, basso e batteria "prendono il sopravvento" sulle orchestrazioni, il richiamo ai Maiden è più che evidente. Difficile comunque parlare dei brani, che vanno ascoltati più di una volta per essere assimilati e così lunghi e variegati da essere difficilmente commentabili singolarmente. Ma l'ultimo brano "
O Fortuna" estratto dai "Carmina Burana" di Carl Orff è facilmente riconoscibile, proprio grazie alla sua notorietà. Comunque i nostri riescono a metterci un tocco di personalità, anche per l'utilizzo di una azzeccata chitarra acustica. Certo io avrei gradito una maggior enfasi e potenza ad esaltare questo pezzo, ma siamo a livello di dettagli.
A parte questo "rimpianto" non posso che consigliare "
Deggial" agli amanti dei
Therion, che non ne verranno delusi, ma anche a chi vorrebbe ascoltare qualcosa di particolare e meno canonico di quanto proposto ultimamente.
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