Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:30 min.
Etichetta:Myphonic Records

Tracklist

  1. COPPER TRUNKS
  2. LITTLE HUNTERS OF WAVES
  3. HUMAN PRISON
  4. L'UOMO DI KARIOT
  5. DROPS AND LIES
  6. RED AND BLACK

Line up

  • Cosimo D'elia: vocals
  • Denis Pace: bass
  • Luca Pace: guitars
  • Marco Gerosa: drums

Voto medio utenti

Prog-metal band proveniente da Como, i Simus si muovono in un territorio che sarebbe più opportuno definire crossover, vista l’enorme quantità di contaminazioni che il qui presente “Human Prison” presenta. Un debut album che ci presenta 6 tracce, caratterizzate da un cantato spesso volutamente sporco e rabbioso, ma che talvolta pecca di ingenuità, cadendo nella poca intonazione (“L’uomo di Kariot”), o nella rabbia fine a se stessa (“Human Prison”).
Buone le capacità allo strumento, ma le canzoni risentono di una produzione un po’ troppo amatoriale, per cui si ha più la sensazione di un demo ben fatto, piuttosto che di un vero e proprio album, che, se fosse immesso nel grande mercato con questa qualità, non riuscirebbe a fare molta strada. Ad esempio, “Red and Black”, ha una strofa troppo banale, il testo italiano di “L’uomo di Kariot” presta il fianco a troppe critiche stilistiche-metriche, laddove l’opener “Copper Trunks” mi aveva fatto invece ben sperare, essendo un brano ben costruito e calibrato, che sottolinea il livello dei musicisti, sezione ritmica in primis.

Profumo di acerbo, dunque, ma tanto lavoro e tante energie spese per questo debut. Anche la parte grafica risulta molto curata, con una copertina disegnata apposta per la band da un pittore, ed un futuro che permette ai ragazzi di guardare con ottimismo a quello che deve ancora arrivare. Le qualità ci sono tutte, ma il lavoro andrebbe presentato un po’ meglio, e, a mio avviso, un po’ di energie in più andrebbero spese nell’arrangiamento, troppo spesso considerato “tempo perso”, ma invece momento imprescindibile nel trasformare una buona idea di un demo in una “canzone”, con tutti gli annessi e i connessi. Speriamo bene per il domani.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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