Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:45 min.
Etichetta:Candlelight Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. RED FOREST ALIENATION
  3. THE ARMAGEDDONIST
  4. LAST JUDEGEMENT
  5. OF MEN AND WOLVES
  6. NUMBERED DAYS
  7. WITH RAVENOUS HUNGER
  8. FLESHBOMB
  9. HUMAN CORPORATION
  10. RESIDING IN LIMBO
  11. THE JUGGERNAUT THEORY
  12. ZOO HUMAN SYNDROME

Line up

  • Samoth: guitar
  • Cosmo: guitar/bass/vocals
  • Nils Fjellström: drums

Voto medio utenti

Sono in tre e uno di questi ha una fama ben collaudata in anni di militanza nel Metal estremo, con una creatura malvagia che storicamente porta il nome di Emperor. Samoth. Ominous è l'esordio sulla lunga distanza di questo terzetto che risponde al nome di The Wretched End, e si cimenta in una sorta di Thrash Metal abbastanza tecnico e ricco di influenze che possono partire dalla più tradizionale concezione della materia in questione sino ad arrivare a soluzioni più estreme, come un certo Death Metal alla Morbid Angel, ma anche The Haunted e ultimi Emperor per la costruzione di certi riff di chitarra, insomma un bel polpettone. Ascoltando bene l'album ci si rende conto di come questi tre musicisti abbiano le idee chiare su come voler modellare la propria creatura, che se pur al primo disco mostra subito delle potenzialità e dei margini evolutivi che non sono affatto male, del resto spesso escono fuori dal canonico Thrash Metal per cercare altro, ad esempio con Numbered Days, dove sono presenti certe dissonanze che creano un'atmosfera direi opprimente e alienante, ma al tempo stesso violenta. Un lavoro certosino è stato fatto in sede di songwriting perchè si ha la netta sensazione che gli The Wretched End non lasciano nulla al caso, si concentrano sui dettagli per raggiungere il massimo del risultato, e in questo senso va concepita pure la produzione che risulta sempre molto pulita e ben studiata. Il mercato a cui si rifanno questi ragazzi non è propriamente ben delineato, diciamo che può abbracciare un pubblico eterogeneo che spazia dal Metal estremo a quello più classico. Progressive Thrash Metal? Mah.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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